Perché la vicenda delle concessioni balneari sembra irrisolvibile

Perché la vicenda delle concessioni balneari sembra irrisolvibile
27 Giugno 12:04 2024 Stampa questo articolo

Quadro normativo estremamente incerto, mancanza di finanziamenti e strumenti per la pianificazione e la gestione del comparto dei balneari, bisogno di salvaguardare la storia e le vocazioni territoriali, difficoltà nella gestione dei rapporti con i concessionari uscenti, necessità di valutare misure compensative o premiali. Sono gli allarmi lanciati da numerosi amministratori locali, associazioni e operatori del comparto balneare che hanno partecipato ieri all’incontro organizzato da Consenso Europa negli uffici romani di Palazzo Soderini, dello Studio Tonucci&Partners, dal titolo “Riforma delle concessioni balneari: tra continuità e cambiamento”. 

 «La riforma delle concessioni balneari – ha spiegato il sindaco di Fiumicino, Mario Baccini – è una priorità per il Paese. Nel Lazio c’è una sub-delega da parte della Regione Lazio che ritengo illegittima perché trasferisce tutte le responsabilità ai comuni senza finanziamenti o strumenti. Nei prossimi giorni incontrerò i vertici regionali e chiederò i mezzi per fare le gare altrimenti restituirò le deleghe».

L’assessore con delega al Patrimonio marittimo di Roma Capitale, Tobia Zevi, ha segnalato poi che per bandire gare pluriennali servono i decreti attuativi nazionali e i piani di utilizzo degli arenili, mentre per il sindaco di Città Porto Sant’Elpidio (FM) Massimiliano Ciarpella i Comuni «sono l’anello debole di un iter partito nel 2006 e che ancora non ha trovato soluzione». Il primo cittadino di Gaeta, Cristian Leccese, ha invece evidenziato la distanza tra la normativa e la realtà: «Non si può prescindere nella definizione delle gare – ha spiegato – dall’esperienza acquisita dal comparto e dalla specificità del territorio».

Ma anche i tempi per la definizione delle gare rappresentano un tema da non sottovalutare. «Sono gare complesse – ha chiarito Mara Bernardini, area manager Emilia e Dorsale Adriatica – e temo che non si riusciranno a preparare nei pochi mesi che ci sono stati assegnate».

Il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, ha invece affrontato la questione della scarsità di risorse. «Nel mio territorio – ha detto – ci sono molte aree libere e disponibili che potrebbero essere messe a gara per nuovi insediamenti. È fondamentale che un comparto così importante per i territori abbia certezza sul suo futuro il prima possibile, perché questa incertezza sta causando un blocco degli investimenti che produce danni all’intera comunità».

Presente anche il deputato e membro della Commissione Attività produttive, commercio e turismo, Riccardo Zucconi, che ha sottolineato la necessità di prevedere un indennizzo per il concessionario uscente «Per questo – ha aggiunto – ho proposto l’abrogazione dell’articolo 49 del codice marittimo che nega questa possibilità».

L’avvocato Piergiuseppe Venturella, partner di Tonucci&Partners, presente insieme ai colleghi Giorgio Altieri e Gianluca Bocchino, ha tirato le fila della discussione, ponendo l’accento sul ruolo dei gestori delle concessioni balneari non semplicemente come attività commerciali, ma anche di rilievo pubblico perché favoriscono lo sviluppo del territorio.

«Nella definizione dei bandi – ha infatti sottolineato – sarà fondamentale considerare la competenza e l’esperienza maturata dalle imprese del territorio, che non rappresenterà un passepartout per rimanere lì a vita, ma un importante elemento di qualificazione».

Dello stesso parere l’avvocato Gianluca Bocchino che ha indicato tre elementi che dovranno essere contemplati dalle future gare: «Valorizzazione delle specificità territoriali, divieto di cumulo e forme di indennizzo in riferimento all’avviamento. Misure – ha concluso – che hanno come obiettivo quello di allontanare una competenza non qualificata».

La foto è stata inviata dall’ufficio stampa.
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Andrea Lovelock
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