Concessioni balneari, a rischio il decreto salva-infrazioni

Concessioni balneari, a rischio il decreto salva-infrazioni
03 Maggio 16:03 2024 Stampa questo articolo

È il peggior stallo che potesse capitare all’intera filiera turistico-ricettiva italiana in vista dell’estate. Dopo la sentenza del Consiglio di Stato che stabilisce la improrogabilità delle gare per le nuove concessioni demaniali, si complicano infatti le trattative con la Commissione Ue e soprattutto – secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore – verrebbe meno il tentativo del governo di varare un decreto legge salva-infrazioni per non penalizzare le imprese balneari. C’è poi la netta sensazione che questa spinosa vicenda non troverà una rapida soluzione e che si attenderà l’esito delle elezioni europee per comprendere come muoversi.

In tale scenario spunta un’opzione lasciata intendere tra le pieghe di una sentenza del Tar della Calabria che, pur avallando la tesi della improrogabilità delle gare per le nuove assegnazioni, prefigura l’ipotesi  che per la prossima stagione estiva si potrebbe adottare la misura della “concessione demaniale provvisoria” ai sensi dell’art.10 del dpr risalente al 1952; ipotesi contenuta proprio nel regolamento di esecuzione del codice della navigazione, che contempla questa eventualità.

Ma si tratta di ipotesi, mentre la realtà dei fatti è che la Commissione Ue ha contestato la mappatura presentata alla fine dello scorso anno dal governo Meloni, definendola “puramente quantitativa” e certamente insufficiente ad avvalorare la tesi sostenuta dall’esecutivo che in Italia solo il 33% delle aree disponibili è occupato dalle concessioni e di conseguenza “non c’è scarsità della risorsa naturale”, presupposto per l’applicazione della direttiva Bolkestein e del relativo obbligo di gare.

Da Bruxelles non vi è stata alcuna apertura riguardo a questa tematica, al contrario i funzionari hanno sempre ribadito che dall’Italia si attende una mappatura puntuale e qualitativa per poter procedere a una nuova valutazione. Ma su tutto gioca il fattore tempo: nel senso che mancano poche settimane alla apertura della stagione estiva e siamo a meno di sette mesi alla scadenza stabilita dal Consiglio di Stato per i bandi di gara che devono essere emanati su tutto il territorio nazionale.

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