Falkensteiner è anche mare: dal club in Calabria al progetto Sicilia

Falkensteiner è anche mare: dal club in Calabria al progetto Sicilia
21 Giugno 11:37 2024 Stampa questo articolo

All’arrivo si viene accolti dal personale che indossa la t-shirt “I love Calabria” . E lo storytelling del territorio si snoda attraverso le esperienze che vengono proposte – dall’uscita in barca allo spritz calabrese (a base, naturalmente, di Amaro del capo al peperoncino), si annusa nelle fragranze Acqua degli Dei disponibili nella spa, si gusta nelle proposte gastronomiche anche stellate. Il tutto in un’atmosfera internazionale: quando arriviamo si sentono le voci straniere – tedesche in primis – mescolarsi a quelle degli ospiti italiani,

Siamo stati al Falkensteiner Club Funanimation Calabria, che, aperto nel 2005 da Fti – colosso tedesco il cui fallimento ha scosso ultimamente il mercato internazionale – dopo essere passato sotto altre insegne è stato riaperto nel 2020 dal gruppo altoatesino, che oltre al suo brand ha apportato diversi cambiamenti.

Il villaggio ha visto una prima fase di ristrutturazione, che ha interessato circa metà delle 518 camere ma anche altri spazi, per avvicinarne lo spirito a quello del target desiderato: la famiglia sportiva internazionale. E così si sono ampliati gli spazi per i più piccoli, con i giochi e l’intrattenimento indoor e all’aperto di Falky-Land, per esempio.

La struttura è un family resort all inclusive di 124.000 mq che tuttavia guarda anche ad altri target. Alla piscina per famiglie di 4mila mq con scivoli d’acqua e spray park se ne affianca una adult-only di 1000 mq. La ristorazione spazia tra buffet fronte piscina e locale in spiaggia, ristorante tipico – incluso ma su prenotazione – e la possibilità di godersi come extra una cena gourmet firmata dallo chef stellato Theodor Falser che reinventa eccellenze locali come il tonno e la cipolla di Tropea.

La spiaggia privata si raggiunge attraversando una pineta e, per prolungare i benefici di iodio e salsedine, l’Acquapura Spa propone rituali benessere mediterranei e che utilizzano i prodotti della francese Phytomer, che sfrutta i tesori del mare.

Di facile accessibilità – l’aeroporto di Lamezia Terme dista 14 km – il villaggio vuole essere anche un punto di riferimento per vivere il territorio circostante. In appena dieci minuti d’auto si sale a Pizzo Calabro per gustare il tartufo dessert gelato che è stato inventato qui. E dal vicino porto di Vibo Valentia ci si può imbarcare in un’escursione tra pesca e dolphin watching, ma anche approdare a Stromboli, senza dimenticare Tropea e la Costa degli Dei.

Perché la missione è proprio quella: offrire agli ospiti un’esperienza autentica immersa nei servizi di un brand che mira a diventare sempre più premium.

«DIVENTARE UN PUNTO DI RIFERIMENTO DI QUALITÀ»

Ed è questa anche la sfida che sta a cuore a Claudio Giaffreda, appassionato general manager della struttura e professionista di lungo corso nell’ospitalità dedicata ai mercati di lingua tedesca: «Vorremmo rilanciare la destinazione Calabria e diventare un punto di riferimento di qualità sul territorio. Stiamo anche lavorando a uno spettacolo in spirito ‘I love Calabria’ che presenti agli ospiti una carrellata di eccellenze e personaggi della regione».

Famiglie sì, ma anche apertura verso altri mercati per allungare la stagione: «Apriamo da fine maggio, ma già un mese prima il villaggio ospita competizioni sportive che portano migliaia di ragazzi e i gruppi di turismo sportivo dalle scuole. E poi stiamo investendo nel mondo del Mice, assecondando quel desiderio di sentirsi avvolti nella natura e nel tempo libero anche in occasioni lavorative. Le due sale meeting possono ospitare rispettivamente 300 e 110 persone».

LA BRAND AWARENESS

Tanti italiani hanno (ri)scoperto la struttura, tanto che, come ci ha raccontato Alessandra Niada, head of marketing Italy, «nel corso delle nostre survey sulla brand awareness ci siamo resi conto che lo sviluppo è stato incredibile al sud Italia, dove arriviamo quasi al 40% del riconoscimento del brand, con un lavoro molto forte su regioni come Calabria, Sicilia, Puglia, Campania e Basilicata. Dato che l’hotel è stato aperto nel 2020, il turismo di prossimità era l’unico su cui potevamo fare affidamento. Geolocalizziamo sempre una parte di budget destinato alle strutture, un canale interessante rimane sempre la pubblicità sulle radio locali».

In generale in merito al gruppo, da sola Milano mette a segno il 5% del totale revenue sull’Italia (che arriva al 10% se si considera la Lombardia), seguita da Roma.

CRM, RILANCIO DEL PROGRAMMA FEDELTÀ E CROWDFUNDING IN CANTIERE

Da studi di fattibilità al benchmark per nuovi hotel, dall’advertising ai social media, dal 2020 Falkensteiner ha il suo ufficio marketing italiano, guidato da Niada, che segue le linee guida globali personalizzandole sul nostro mercato. «Dal punto di vista strategico lavoriamo per omogeneizzare e dare più coerenza al nostro marketing message, che deve essere creato globalmente e poi adattato. Tra i prossimi step abbiamo in cantiere un grande progetto relativo al Crm e il rilancio del programma di loyalty Spirit of Falkensteiner, previsto per il primo quarter del prossimo anno, quando rimetteremo anche mano al sito, con un focus sulla digitalizzazione».

GLI SVILUPPI IN ITALIA

Proprio nel nostro Paese si concentrano importanti progetti in cantiere che dovranno vedere la luce nei prossimi anni: «Abbiamo in programma un’apertura a Bolzano e gli annunciati Falkensteiner Park Resort Lake Garda a Salò e un nuovo resort da 125 camere a Licata, in Sicilia. E ci sono altri hotel per cui sono stati firmati contratti e acquistati i terreni, stiamo finalizzando diversi progetti, sempre su destinazioni forti per il mercato Dach».

L'Autore

Mariangela Traficante
Mariangela Traficante

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