Ferragamo, quando l’ospitalità di lusso firmata non si firma

Ferragamo, quando l’ospitalità di lusso firmata non si firma
28 Giugno 07:00 2024 Stampa questo articolo

La famiglia Ferragamo, come nel suo stile, nel mondo dell’ospitalità è entrata in punta di piedi, calzando una della sue iconiche scarpe su misura che sono l’immagine del brand più conosciuta e amata in tutto il mondo.

Sì perché il Gruppo, che ha preceduto di molto la serie delle altre grandi case di moda (per citarne alcune: Armani, Dolce & Gabbana, Bulgari) entrate nel mondo dell’hôtellerie, ha deciso fin dalla nascita del suo primo hotel nel 1995, l’Hotel Lungarno a Firenze che ha dato il via alla Lungarno Collection, di non legare direttamente il suo nome agli alberghi, ma di restare ottimo regista nell’ombra.

Il motivo è stato spiegato qualche anno fa da Valeriano Antonioli, amministratore delegato di Lungarno Collection: «Sebbene ci rendiamo conto che ci sono delle connessioni tra la moda e gli hotel, c’è un grosso ostacolo nel combinare le due cose, ovvero la differenza tra la velocità degli hotel e la velocità della moda, nel settore della moda si cambiano le scarpe ogni sei mesi. Negli hotel, invece, è possibile che si debbano tenere le stesse tende per anni. Un hotel richiede longevità, quindi più che sfruttare il nome Ferragamo, facciamo leva sui valori fondamentali e culturali della famiglia».

Dopo quasi trenta anni di presenza sul mercato, oggi il portfolio Lungarno Collection, ben fruttuoso, della famiglia comprende sei strutture 4 e 5 stelle nel centro città a Firenze, Roma e Milano, alcuni brandizzati Portait, più 2 appartamenti di lusso a Firenze per un totale di 308 camere e il brand ha chiuso un 2023 da record con 73 milioni di ricavi, più 70% rispetto al 2022.

A portare un incremento così alto di fatturato è stata l’introduzione proprio del nuovo marchio Portait, un marchio di ospitalità “sartoriale” dedicata ai viaggiatori più esigenti, che cercano hotel posizionati nelle strade iconiche delle città, pensato per coloro che scelgono l’hotel come farebbero con un paio di scarpe su misura: adatte alla loro personalità.

L’ultimo nato, alla fine del 2022, il Portrait Milano rispecchia in pieno la filosofia Portrait, è situato nel quadrilatero della moda nel cuore della città e ospita 73 camere all’interno di un ex seminario restaurato risalente al XVI secolo.

Anche se gli hotel della Lungarno Collection non usano il nome della famiglia originaria di Firenze, le sinergie con le strutture esistono comunque. Infatti, tutti gli hotel Portrait del Gruppo si trovano nelle immediate vicinanze di una boutique Ferragamo e il Portrait Roma condivide addirittura un edificio con un negozio, così gli ospiti possono accedere alla boutique attraverso una speciale entrata dedicata “sul retro”e fare shopping a porte chiuse. Quelli di tutti gli hotel Lungarno Collection di Firenze invece hanno diritto all’ingresso gratuito al museo Ferragamo, dedicato alle origini della casa di moda alla vita e alle creazioni del suo fondatore, Salvatore Ferragamo.

«Abbiamo molti privilegi e trattamenti preferenziali per i nostri ospiti», sottolinea Antonioli, aggiungendo che il Gruppo sta sviluppando un’esperienza esclusiva per gli ospiti del Portrait Milano che includerà sia la visita a una boutique Ferragamo che una componente di prodotto.

Come per altri hotel di lusso brandizzati dalle case di moda, la maggior parte delle camere, prezzo medio intorno ai 1.600 dollari a notte per questo luglio, sono comprate da clientela estera, in particolare per Ferragamo dai Nordamericani.

«Nel nostro caso – sottolinea l’ad – oggi pensiamo di aver trovato il giusto equilibrio tra tipo di prodotto e tariffe».

Certo l’equilibrio dipende sempre dai pesi che si mettono sulla bilancia. In questo caso quello del denaro deve essere consistente per farla rimanere in linea e, almeno per il mercato italiano, questa estate la bilancia penderà tutta da una parte.

L'Autore

Carla Villani
Carla Villani

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