Il tax free shopping dei “non ricchi” a quota +42% in Italia

Il tax free shopping dei “non ricchi” a quota +42% in Italia
17 Giugno 09:42 2024 Stampa questo articolo

Vola il tax free shopping: in soli quattro mesi dall’entrata in vigore della misura con la quale è stato apportato l’abbassamento del valore minimo di spesa che consente ai turisti extra Ue di richiedere il rimborso dell’Iva, le transazioni tra i 70 e i 155 euro sono aumentate del 42%. La misura, introdotta a febbraio scorso con la legge di Bilancio 2024, ha ridotto da 154 a 70 euro la soglia minima per richiedere il rimborso.

I primi dati di Global Blue, principale operatore di tax free in Europa, non lasciano dubbi: si è ampliato il target di riferimento di consumatori per questo tipo di acquisti che ora comprende anche quei turisti con una ridotta capacità di spesa, ma comunque propensi all’acquisto in presenza di questo incentivo.

Un segnale importante che equipara il mercato italiano a quello di altri Paesi che avevano già adottato la misura dell’abbassamento della soglia minima di spesa, in particolare quello spagnolo, dove questo bacino di utenza con portafoglio più dimensionato, ma con forte vocazione allo shopping, rappresenta un buon 25% di tutto l’universo di consumer.

Nello specifico, come viene riportato dal Sole 24 Ore nelle anticipazioni del report di Global Blue, nei quattro mesi analizzati l’Italia ha recuperato e superato i livelli 2019 sia in termini di transazioni (+113%) sia di spesa (+137%) con uno scontrino medio di 1.010 euro, in salita del 22% rispetto al 2019 (dato, quest’ultimo, che incorpora sicuramente l’aumento dei prezzi al dettaglio).

Inoltre, rispetto al 2019, ultimo anno pre pandemia, è radicalmente cambiata la geografia del bacino d’utenza e proprio grazie a questo incentivo il report evidenzia come la scomparsa di russi e cinesi, tra i principali acquirenti che detenevano un buon 35% sulla spesa globale nel tax free shopping, è stata soppiantata dall’ingresso di nuovi consumatori. Primi fra tutti gli svizzeri (21% di share sugli acquisti totali), seguiti dai turchi e dai sudamericani. Discorso a parte per gli Stati Uniti che rimangono ormai il bacino di riferimento quali top spender.

Così come sono cambiati i prodotti merceologici preferiti poiché, dietro la categoria dell’abbigliamento e degli accessori che primeggiano nella classifica, seguono articoli sportivi, prodotti di bellezza e prodotti della grande distribuzione.

Infine, per quanto riguarda la mappatura delle città dove si è maggiormente evoluto il tax free shopping il 75% della spesa sopra i 155 euro si è concentrata nelle quattro città dello shopping: Milano, Firenze, Venezia, Roma.

Mentre nel range di spesa tra i 70 e i 155 euro accanto alle grandi città di riferimento figurano centri minori come: Catania e San Gimignano (+59%); Napoli, Assisi e Verona (+ 57%); Amalfi (+53%) e Bologna (+45%).

Soddisfatta per i risultati il ministro del Turismo, Daniela Santanchè: «Dall’abbassamento della soglia del tax free shopping, introdotta dal Mitur, è arrivata la spinta alle vendite dopo appena 4 mesi. Benefici e ricadute economiche, infatti, non riguardano solo le grandi città, ma anche le località turistiche “minori“. Segno che le politiche messe in campo stanno dando i loro frutti»

Numeri positivi che sembrano un buon viatico per il resto del 2024: nonostante si riferiscano a un periodo temporale ristretto. «Si profila una stagione estiva particolarmente positiva per il nostro Paese – conclude Santanchè – in cui la leva del tax free stimolerà uno shopping meno concentrato nelle 4 grandi città e più orientato all’artigianato locale».

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