La partita dell’incoming? Il turismo italiano deve ancora vincerla

La partita dell’incoming? Il turismo italiano deve ancora vincerla
05 Luglio 08:11 2024 Stampa questo articolo

VOICE OF LEADER – Il turismo rappresenta uno dei settori più strategici per l’economia, confermando il nostro Paese come una delle mete più ambite in tutto il mondo. L’Italia vanta un patrimonio unico di arte, bellezza, paesaggi naturali e urbani, che attrae milioni di visitatori ogni anno.

Nel 2023, il settore turistico italiano ha registrato un saldo positivo di 20,1 miliardi di euro tra export e import, pari a un punto percentuale del Pil, secondo l’Indagine sul turismo internazionale della Banca d’Italia.

Tale surplus ha raggiunto i livelli 2019, con una spesa di quasi 52 miliardi provenienti da clientela internazionale e un incremento del 17% rispetto al 2022. L’interesse si è concentrato sulle città d’arte, con una spesa stabile per le località marine. Un contributo significativo è venuto dalle Americhe, Oceania, Cina e Giappone. Gli europei rappresentano il 70% delle entrate turistiche. L’Italia è nuovamente la quinta destinazione più visitata al mondo. Nel 2022 era la sesta dopo gli Emirati Arabi.

Ma questa è la posizione che ci meritiamo? Chiaramente sì, poiché sono i turisti stessi a scegliere. Tuttavia, ritengo che possiamo ambire a scalare ancora la classifica.

Per raggiungere la vetta delle destinazioni più gettonate, l’Italia deve diversificare l’offerta e migliorare la qualità. Chiavi per attrarre più visitatori includono nuove destinazioni, aperture tutto l’anno, turismo di ritorno e long stay.

Nonostante il successo delle città d’arte, l’overtourism minaccia l’esperienza e la sostenibilità. Anche luoghi meno conosciuti ma suggestivi, come il Monte Feltro e la Barbagia, potrebbero diventare attrazioni importanti attraverso un coordinamento nazionale.

Eventi per il coinvolgimento della filiera sono strumenti efficaci per aumentare la consapevolezza e portare buone prassi di marketing e prodotto nei territori: l’approccio bottom-up consente la condivisione di una strategia nazionale per il posizionamento dell’Italia sui mercati stranieri. Far conoscere meravigliose località poco battute con un occhio di riguardo verso le comunità rappresenta la più grande ricchezza per il Paese.

Ma la diversificazione funziona se accompagnata da una crescita qualitativa di ricettività e servizi. Inoltre, molte di queste aree dal potenziale inesplorato, sono ad alto tasso di spopolamento. Investire in queste aree aiuta a rilanciare le economie locali e preservare il territorio, creando opportunità di lavoro e arrestando l’emorragia demografica. Il turismo può essere un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo e un volano per la rinascita di borghi e località rurali. L’inserimento di attrattori, quali festival a tema, può portare a promuovere le destinazioni tutto l’anno, riducendo l’impatto ambientale e migliorando la qualità della vita delle comunità locali. Può esistere un turismo che stimola l’economia locale e riduce la pressione sulla ricettività.

Il turismo italiano deve puntare sulla crescita sostenibile, basata su qualità, autenticità delle esperienze e tutela del territorio. Il 2024 sembra promettente, con numeri in crescita rispetto al 2023. Il digitale porta a migliorare l’esperienza e la gestione delle destinazioni. L’ecommerce facilita la promozione e gestione dei flussi turistici, contribuendo a una crescita sostenibile.

In conclusione, il turismo ha tutte le carte in regola per continuare a crescere in modo sostenibile e scalare la classifica delle destinazioni mondiali. Il successo deriva da sostenibilità, innovazione e diversificazione dell’offerta.

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L'Autore

Dina Ravera
Dina Ravera

Laureata in Ingegneria Elettronica con Mba all'Insead di Fontainebleau, è socio di riferimento del Gruppo Destination Italia. È consigliere indipendente di Inwit, Reply, Polo del Gusto (Illy) e presidente del Comitato consultivo Opc per il Fondo Neva First. Con oltre 20 anni di esperienza, ha gestito fusioni, acquisizioni, ristrutturazioni, con ruoli-chiave in grandi aziende tra cui McKinsey & Co, 3Italia e Wind3, per cui è stata direttore generale e merger integration officer. Ha ricoperto anche il ruolo di ceo di 3Lettronica Industriale. È l'unica donna ad aver presieduto Asstel, l’Associazione Telecomunicazioni Italiane di Confindustria. È stata Consigliere indipendente di A2A e Otb (Renzo Rosso) e presidente degli istituti milanesi Pio Albergo Trivulzio, Martinitt e Stelline.

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