Voli più cari causa green fee? I consumatori: «È un alibi»

Voli più cari causa green fee? I consumatori: «È un alibi»
27 Giugno 11:41 2024 Stampa questo articolo

Una parola sola per stroncare la stangata “green fee” annunciata da Lufthansa: “Inaccettabile”. Federconsumatori sale sulle barricate per protestare contro l’aumento delle tariffe, da 1 a 72 euro, dovuto – secondo il vettore tedesco promesso sposo di Ita – alla tassa sull’ambiente. Il rincaro varierà in base alla lunghezza della tratta e interesserà i voli dai 27 Paesi Ue, oltre che da Gran Bretagna, Norvegia e Svizzera.

Lufthansa fa sapere che il sovrapprezzo sarà applicato a tutti i biglietti che si acquistano a partire dal 26 giugno, con volo previsto a partire dal 1° gennaio 2025.

E non finisce qui, perché altre compagnie potrebbero seguire lo stesso iter. Come se già non bastasse il caro voli. “Da sempre siamo favorevoli e promuoviamo la sostenibilità ambientale – attacca in una nota Federconsumatori – ma onestamente ci sembra del tutto pretestuoso e strumentale scaricare i costi della necessaria transizione sui passeggeri. La tassa sull’ambiente è un alibi”.

E allora andiamo ad esaminare “l’alibi” da vicino con la lente d’ingrandimento. Si tratta della cosiddetta quota Saf (Sustainable aviation fuels): entro la fine del 2025, cioè, le compagnie dovranno alimentare gli aerei che partono da uno scalo Ue con almeno il 2% di carburanti prodotti a partire da scarti vegetali, industriali e domestici. Quota che aumenterà gradualmente al 6% entro il 2030, al 20% nel 2035, e al 70% entro il 2050.

“Il problema, secondo la compagnia, è che questi carburanti non sono disponibili sul mercato nelle quantità necessarie e questo manterrà i loro prezzi elevati a lungo – prosegue Federconsumatori – Stando a questa affermazione, quindi, si stanno applicando degli aumenti sulla base di pure supposizioni, tra l’altro non condivise da alcuni esperti del settore che, anzi, prospettano un aumento della produzione di Saf proprio in vista dell’entrata in vigore della nuova normativa, con un progressivo e contestuale calo dei costi”.

Quindi facciamo due conti, che per gli italiani non tornano mai. “Questo non sembra altro che l’ennesimo tentativo di far cassa sulle tasche dei consumatori – conclude la nota – aggiungendo nuovi aumenti a quelli di questi anni: solo nell’ultimo anno, infatti, abbiamo registrato rincari sui costi dei biglietti di oltre il 12% rispetto al 2023. Monitoreremo sulle condotte delle compagnie e sui prezzi dei voli e segnaleremo, in tutte le sedi opportune, ogni fenomeno speculativo o cartello che sarà messo in atto”.

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L'Autore

Fabrizio Condò
Fabrizio Condò

Giornalista professionista, innamorato del suo lavoro, appassionato di Storia, Lettura, Cinema, Sport, Turismo e Viaggi. Inviato ai Giochi di Atene 2004

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