#1minutoinfiera, messaggi dal travel contro le guerre
“One world, one peace”. È lo slogan che ha ispirato L’Agenzia di Viaggi Magazine per le consuete mini-interviste #1minutoinfiera, realizzate nel corso dell’ultimo Ttg Travel Experience di Rimini. Un tema caldo – in linea con il tema “Tourism and Peace” scelto dall’Onu per la sua Giornata Mondiale del Turismo, lo scorso 27 settembre. Abbiamo così chiesto ad alcuni tra i rappresentanti di aziende, associazioni ed enti del turismo, di lanciare il proprio messaggio di pace e condividere ai nostri microfoni riflessioni su come la travel industry può dare il suo contributo alla risoluzione dei conflitti di guerra nel mondo. Di seguito, i messaggi “no war” degli otto protagonisti del turismo incontrati in fiera, i cui video sono ora disponibili sulle nostre pagine social.
PIER EZHAYA (ASTOI) – IL VIDEO
«Il turismo è un grandissimo stabilizzatore di pace che mette in connessione i popoli. Possiamo definirlo un ponte levatoio che si abbassa per unire le diverse culture, a cui va riconosciuto un valore sociale inestimabile che supporta le economie più povere. Forse tutto questo non basta, ma certamente aiuta le persone a conoscersi di più, a capire le realtà diverse e a connettersi. Il turismo è un incredibile fluidificante della pace nel mondo, che noi speriamo arrivi presto».
DANILO CURZI (IDEE PER VIAGGIARE) – IL VIDEO
«Ho partecipato più volte al format #1minutoinfiera, questo è forse il più sentito e difficile. Voglio dividere il mio pensiero in due: a livello emotivo fa male vedere tutto ciò che accade in questo periodo e probabilmente il turismo, essendo un veicolo di conoscenza e comprensione, potrebbe essere molto utile; sul piano pratico, quello che sta succedendo nel quotidiano ha delle ripercussioni abbastanza importanti nel nostro mondo. Cosa cederei affinché ci fosse pace? Svariati mesi della mia produzione aziendale, senza dubbio».
SHEILA FILIPPI (BEACHCOMBER) – IL VIDEO
«Il nostro settore è fondamentale per diffondere la pace tra le nazioni. Vengo da un Paese multietnico, Mauritius, dove almeno 17 etnie vivono insieme in serenità e pace. E siamo di conseguenza un esempio di come il diverso possa convivere in armonia. Il turismo apre la mente, permette di incontrare nuove persone e culture, ci consente di vedere oltre, di arricchirci. A livello economico è un ottimo alleato, che aiuta a rialzarsi quando necessario».
FRANCESCO FALCON (A&O HOSTELS) – IL VIDEO
«Alla base del concetto di turismo ci sono la tolleranza, l’apertura mentale e il rispetto. Viaggiare vuol dire conoscere nuove culture: questo porta all’integrazione tra le persone e il messaggio che la nostra industria può e deve mandare è quello di riuscire a fungere da “ponte della pace”. Quando c’è turismo significa che uno Stato sta bene ed è in salute, che le persone convivono in uno stesso luogo e che si rispettano tra loro».
MASSIMO TOCCHETTI (OMAN) – IL VIDEO
«Fondamentalmente, turismo vuol dire coesione dei popoli con le loro differenti culture. Quindi è il settore in sé che ha potenzialità per abbattere le possibili barriere attraverso la conoscenza reciproca. In particolare, il Sultanato dell’Oman ha sempre avuto un ruolo di riferimento nell’area mediorientale e molto importante da sottolineare è l’indole degli omaniti, che sono persone estremamente semplici, accoglienti e aperte nei confronti delle altre popolazioni. Se lo vogliamo vedere in senso più ampio e chiaro, è dovere del turismo quello di continuare a portare la conoscenza e la fusione tra le culture, aprendo nuove strade al dialogo, che è un fattore prioritario per il futuro della nostra terra».
MATTEO CICCALÈ (SCALAPAY) – IL VIDEO
«Spesso i conflitti derivano dalle differenze. Attenzione, non dall’essere diversi, bensì dal non comprendere e non accettare la differenza dell’altro. In genere, questo è dovuto a contesti ambientali e culturali e il travel è quel motore che permette di riconoscersi osservando il mondo da vicino e guardando alle differenze con gli occhi di un cittadino del mondo. Pace significa rispetto del diverso e capire perché questo esiste».
OSCAR FERNANDEZ (CIVITATIS) – IL VIDEO
«I conflitti derivano anche dalla paura di ciò che è diverso. La travel industry può assolutamente dire la sua per diffondere la pace nel mondo: noi, in Civitatis, mettiamo in contatto i turisti con le nostre guide, fattore che aiuta a valorizzare la ricchezza della diversità. Guardando all’aspetto economico, cerchiamo di collaborare sempre con i fornitori locali; anche questo è un indiscutibile valore perché supporta lo sviluppo delle comunità, dando il suo contributo alla riduzione dei conflitti».
NATALIA COVALI (MOLDOVA) – IL VIDEO
«La Moldova è un buon esempio di pace, perché è una destinazione multietnica in cui le varie popolazioni convivono senza attriti di
sorta. Viaggiare, in generale, serve a entrare in contatto e ad arricchirsi con le altre culture imparando a rispettarle».