by Andrea Lovelock | 13 Marzo 2017 16:32
Si apre il Mitt, dal 14 marzo a Mosca. E con lui i nuovi scenari sull’incoming dalla Russia. Quello russo è certamente il mercato sotto più stretta osservazione. Dopo il boom di cinque anni fa, con crescite a doppia cifra su tutti i fronti, da metà 2014 è iniziato un costante calo di viaggi, per l’incertezza socio-economica che ha investito anche i big spender. In soli due anni si è passati da 17,5 milioni di viaggiatori russi all’estero a meno di 12 milioni , con un crollo della spesa di oltre il 35%. Nello stesso periodo si sono verificati anche i più clamorosi fallimenti degli operatori russi specializzati nell’outgoing. Una débâcle che non ha risparmiato l’Italia.
Nonostante ciò, quello russo è rimasto uno dei primi cinque bacini del nostro incoming con oltre 800mila viaggiatori, 6 milioni di pernottamenti e una spesa di quasi 850 milioni di euro. E se come spesa media pro-capite l’Italia è al sesto posto, è testa di serie per livello di soddisfazione, mentre figura in terza posizione tra le destinazioni europee, dopo Usa e Cina, con la permanenza media più alta.
Gli operatori russi non sono ottimisti per il 2017: sarà un altro anno interlocutorio, dicono, durante il quale si dovrà verificare se si è arrestata l’emorragia di viaggiatori russi all’estero che lo scorso anno si è tradotta in una ulteriore perdita del 20% di clientela. Nel frattempo, cresce il numero di visti pluriennali e multi ingresso, che rappresentano ormai oltre il 90% di quelli di nuova emissione (che si aggiungono a 1,5 milioni già in circolazione).
L’entrata in vigore delle norme sull’obbligo di registrazione delle impronte digitali, che per i russi può costituire – comprensibilmente – una barriera anche sotto il profilo psicologico, non rappresenta di per sé un impedimento al turismo. Il Visa Management Service italiano, con i suoi 30 uffici su tutto il territorio russo, è stato votato dagli utenti come il migliore Centro Visti Europeo.
Nell’analisi dei target, c’è una forte componente di coppie senza figli e giovani (26% del totale) seguita da un buon 18% di single. Tra i prodotti preferiti dai russi spiccano mare, natura e laghi, seguiti dai tour d’arte.
Riguardo alle modalità d’acquisto, la Russia rappresenta ancora un mercato di grande peso per l’intermediazione tradizionale: più della metà dei viaggiatori si rivolge al tour operating e alle adv. Non a caso, sono circa 300 i t.o. russi specializzati sull’Italia.
Ma cosa ci riserva il futuro e quali azioni sono state pensate dall’Enit per presidiare questo bacino? Gianni Bastianelli, direttore esecutivo dell’Agenzia, anticipa: «Saremo presenti al Mitt con uno stand che ospiterà Calabria, Toscana, Lazio, Piemonte, Puglia ed Emilia Romagna. Ciascuno presenterà i suoi territori e nuovi collegamenti aerei da e per la Russia».
L’Enit punta anche a promuovere il portale La Tua Italia in lingua russa: «Illustreremo le sette sezioni tematiche, tra cui Russian friendly dedicata agli alberghi che offrono servizi in lingua russa. E la sezione Visti, dove si può fissare un appuntamento».
Nel corso dell’anno, poi, sono previsti eventi in ambasciata, press trip e l’allestimento di un’area e-learning, una sorta di accademia online sul prodotto turistico italiano. E ancora: workshop su luxury, terme, laghi, enogastronomia e Mice.«Abbiamo poi ricominciato a promuovere l’Italia in altre aree ex-Urss come Ucraina e Uzbekistan, dove la richiesta è sempre più forte»,
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