Nel 2020 Milano capitale del turismo Lgbt
Milano capitale del turismo Lgbt? Sì, se nel 2020 il capoluogo lombardo riuscirà a ospitare la 37esima convention organizzata dall’International gay and Lesbian travel association (Iglta), nata nel 1984 a Fort Lauderdale (Usa), che conta ad oggi oltre 3mila associati ed è l’unica a rappresentare il Turismo Lgbt all’interno della World Tourism Organization (Unwto). Un evento che porterà in città centinaia di imprese turistiche e istituzioni pubbliche internazionali da oltre 80 Paesi nel mondo.
Grazie a una collaborazione tra il Comune di Milano e l’Associazione italiana del Turismo Gay and Lesbian (Aitgl), con il supporto del consolato Usa, l’Enit ha candidato la città a quello che è l’appuntamento per eccellenza del turismo arcobaleno, con la partecipazione di circa 600 associati tra aziende e istituzioni internazionali.
«Si tratta del primo traguardo di un percorso avviato circa un anno fa – ha detto durante la presentazione della candidatura il presidente dell’Associazione Italiana del Turismo Gay & Lesbian, Alessio Virgili – e che è stata resa possibile dal supporto fornito dal Consolato Usa di Milano (che partecipa al Pride di Milano dal 2012), oltre che dal Comune e da Enit.
«Adesso – ha aggiunto Virgili – la concorrenza da battere è quella di città come Londra, Bogotà o Sydney, ma siamo fiduciosi. Del resto l’ultima volta che una manifestazione simile si è tenuta in Europa, a Madrid, risale al 2012».
Per tutti, la speranza è che un evento di questo genere possa rappresentare per la città meneghina, e per l’Italia in genere, un volano per l’intera industria del travel, un po’ sul modello di quanto accaduto con Expo.
Secondo una ricerca di Sonders&Beach ed Eurisko, il viaggiatore Lgbt è un big spender e un opinion leader capace di lanciare nuove tendenze; è, dunque, un turista con reddito superiore rispetto alla media, con formazione scolastica universitaria (39% contro il 13% della media italiana) e che per il 29% ricopre posizioni lavorative manageriali.
I viaggiatori Lgbt, per affari o per piacere, effettuano in media quattro viaggi l’anno. L’Italia si colloca al primo posto come meta desiderata, ma poi scende al quinto tra le mete effettivamente scelte perché considerata poco gay friendly e con meno servizi dedicati rispetto ad altre destinazioni europee. Un trend, quello del turismo Lgbt, evidenziato anche in occasione della Bit, la Borsa internazionale del turismo, quando una ricerca dell’università Bocconi stimava il valore economico del settore a livello mondiale tra i 195 e i 211 miliardi di dollari l’anno.