Ita, spunta il nodo slot: «Non sono suoi, come può cederli?»
Come può chiudersi il negoziato con la Commissione Ue per il matrimonio Ita Airways-Lufthansa – che verte principalmente sulla cessione di slot – quando parte di quelli vantati e pronti a essere dismessi da Ita stessa in realtà non sono di sua proprietà? La questione è stata riportata alla ribalta in un articolo pubblicato su Il Fatto Quotidiano, nel quale si evidenzia come il giudice del Lavoro del Tribunale di Roma, Tiziana Orru, abbia argomentato, in un’apposita ordinanza sottoposta alla Consulta, che “in base alle leggi comunitarie Ita non può aver comprato gli slot senza l’acquisto in toto del ramo di azienda Aviation, che include anche il personale”, cioè quegli oltre 2.500 dipendenti che reclamano la riassunzione in Ita.
Il giudice Orru chiede il vaglio sulla costituzionalità del decreto che, a fine 2023, ha blindato ex post il passaggio dei beni del ramo Aviation di Alitalia in Ita senza i suoi addetti, che proprio oggi – tra l’altro – sono in presidio davanti al ministero dell’Economia, azionista unico di Ita, chiedendo appunto la riassunzione.
Ebbene, si legge nell’articolo de Il Fatto Quotidiano, uno degli assunti su cui si è basato il mancato travaso dei lavoratori da Alitalia a Ita – oggetto del contendere al centro dell’ordinanza – è il fatto che, secondo Ita (Mef), il ramo Aviation sia stato liquidato a tutela degli interessi dei creditori e non venduto dopo averne tutelato la continuità. Tuttavia, i fatti dicono che gli slot sono passati da una compagnia all’altra, senza che nessuno ne abbia contestato la legittimità. Eppure la più recente disciplina comunitaria, sottolinea Orru, prevede “la possibilità di trasferimento senza limiti di slot da un vettore ad un altro, qualora si tratti di società madre e affiliata o tra società affiliate della stessa azienda controllante, oppure nei casi di acquisto della maggioranza del capitale sociale, ovvero in quelli di acquisizione totale o parziale di azienda, quando le bande orarie siano direttamente connesse con il vettore aereo acquisito”.
Di conseguenza, sempre secondo il giudice del Lavoro, quello che è avvenuto tra Alitalia e Ita è “una ipotesi di trasferimento che, secondo la normativa europea è consentita solo in caso di trasferimento di azienda o di un suo ramo”.
L’articolo del quotidiano si conclude adombrando l’ipotesi di un ricorso alla Corte di Giustizia Ue, che a quel punto potrebbe congelare la pronuncia di Bruxelles sul matrimonio tra Ita e Lufthansa.