Food, natura e cultura: la trinità che spopola sui social
Il 70% delle esperienze che gli italiani vivono nei momenti di relax si realizzano in Italia, il 20% in Europa e il 10% fuori dal nostro continente. Questa è la fotografia che emerge dall’Osservatorio KuriU, il social network italiano dedicato al tempo libero, realizzato dagli istituti di ricerca Swg e Rachael e presentato a Roma presso la Casa del Cinema, alla presenza di diversi stakeholder impegnati nell’offerta di esperienze nel tempo libero.
I dati sono ricavati dall’analisi di 16.000 esperienze condivise su KuriU. Oggi ce ne sono 25.000, con oltre 100.000 utenti a poco più di un anno dal lancio della piattaforma. La maggior parte delle esperienze postate riguarda il cibo (anche a colazione), con un particolare interesse verso la cucina locale e il vino. Non sono tanto postati i ristoranti, quanto le trattorie, lo street food, le pasticcerie e le indicazioni per chi si muove in base a scelte precise, come quella per il cibo vegano. Il secondo cluster individuato dagli istituti di ricerca è quello definito “green motion” (18%), ovvero esperienze circondate dalla natura. Anche qui, ad esempio, l’esperienza di fare l’altalena godendo di un particolare panorama supera di gran lunga quella di esperienze popolari inserite in circuiti commerciali.
Al terzo posto, con il 16% di momenti condivisi, l’ambito cultura: musei, gallerie e siti archeologici sono un’opzione gradita, ma meglio se musei minori, luoghi insoliti, come a Bologna la finestrella di via Piella, ad esempio. E cresce in questo ambito l’interesse per i piccoli borghi italiani. Più staccato, con l’8% di condivisioni, lo sport e il benessere. Tra i trend in crescita quello di esperienze di tipo contemplativo (7%) ovvero i cammini spirituali e le vacanze in monastero.
L’Osservatorio ha racchiuso, affiancato a questo cluster, la categoria “dolce far niente” (7%) per coloro che amano passare il tempo libero oziando in luoghi di totale relax. A chiudere l’elenco di categorie, che si compone di 10 cluster, il 3% del campione analizzato si ritrova a condividere la passione per esperienze “ludiche”: parchi a tema, festival, concerti e tutti quegli eventi che permettono il divertimento allo stato puro.
L’Osservatorio KuriU ha quindi tracciato un identikit di coloro che amano condividere le proprie esperienze sul social: il 60% sono donne. Rispetto al profilo anagrafico, il 51% del campione è nella fascia 25-34 anni, cui si aggiungono un 18% nella fascia 18-24 anni e un 17% in quella 35-44 anni. Una curiosità viene dalla community non binaria (che non si definisce né donna né uomo iscrivendosi al social) che posta le esperienze per lo più nel cluster “ludico” tra le più insolite e interessanti, ad esempio il Balloon Museum di Milano.
Il ceo di KuriU, Tommaso Albonetti, ha dichiarato: «Vorremmo far diventare l’ecosistema KuriU, che unisce all’app social un magazine da 30.000 lettori, due programmi di loyalty e un sito online, uno spazio che permetta agli utenti di raccontare le proprie passioni, condividere idee e consigli su come passare il proprio tempo libero». Tra i progetti da sviluppare anche una nuova divisione KuriU green dedicata alle esperienze sostenibili.
«Come dimostra la fotografia emersa dall’Osservatorio – ha aggiunto Giuseppe Ricciuti, direttore generale – KuriU si pone l’obiettivo non solo di accogliere i racconti e le fotografie, ma di essere in qualche modo un anticipatore dei nuovi trend dedicati al tempo libero e questo ci permette di colloquiare con gli operatori del settore e di offrire un ecosistema circolare su cui indirizzare il proprio business». KuriU infatti potrebbe rivelarsi molto interessante per gli addetti ai lavori del turismo organizzato che possono attingere da qui idee su nuove tipologie di prodotti o curiosità nelle destinazioni note ai turisti ma ancora non strutturate nell’offerta.
Sul tema del cibo, primo tra i cluster, tra gli addetti ai lavori è intervenuta Roberta Garibaldi, presidente dell’Associazione italiana turismo enogastronomico: «Ci sono 9,6 milioni di turisti enogastronomici in Italia con una crescita del 37% dal 2016 al 2023». Il turista enogastronomico cerca soprattutto esperienze nei ristoranti (97%), poi le visite ai luoghi di produzione (85%) e al terzo posto troviamo gli eventi enogastronomici come le sagre (70% dei turisti).
Garibaldi conferma lo scarso interesse per i ristoranti appartenenti a catene, mentre sono viste con favore le trattorie e i piatti tipici territoriali. Tra le food & wine experience predilette troviamo la visita al mercato locale, a bar o locali storici e a botteghe del gusto territoriali. Inoltre, si stanno sviluppando sempre più quelle nei caseifici: «Vanno innovate quelle nelle cantine, che dopo il grande successo iniziale stanno ora perdendo attrazione», avverte la Garibaldi.
Ci sono poi esperienze per le quali c’è un grande interesse, ma ancora poca offerta come i percorsi a tema olio (64% dei turisti enogastronomici interessati e solo 8% dell’offerta fruibile), gli eventi musicali in azienda agricola, i percorsi a tema birra e le esperienze di vendemmia turistica. Guardando alle tendenze nel mondo, Roberta Garibaldi ci fa notare che le esperienze di tendenza sono, ad esempio, la raccolta dei mirtilli rossi in Canada, le esperienze olfattive che ormai sono in tutti i più grandi musei, come Louvre e Prado.
Dal punto di vista del prodotto turistico, è invece intervenuto Stefano Cigarini, ceo di Cinecittà World: «Il turista vuole essere parte della comunità e del territorio che visita, per questo si creano un insieme di mondi che vanno a costituire l’offerta complessiva. I cluster individuati sono senz’altro nobili, ma non rappresentano reali quote di mercato, perché il turismo si costruisce con le infrastrutture, quindi ben venga un progetto come KuriU che informa, comunica. Pur essendo indicate esperienze curiose, bisogna sempre pensare che il Colosseo vende 7 milioni di biglietti e altre esperienze molto meno perché non facilmente raggiungibili o prive di ricettività adeguata».