Atout France, la direttrice Buffenoir: «L’overtourism non ci tocca»

Atout France, la direttrice Buffenoir: «L’overtourism non ci tocca»
24 Settembre 07:00 2024 Stampa questo articolo

Forte di un volume di traffico internazionale di quasi 100 milioni di visitatori esteri nel 2023, la Francia è senza dubbio il competitor numero uno del nostro Paese, ma l’Italia rappresenta a sua volta uno dei primi bacini di traffico incoming per i cugini d’oltrealpe.

Da qui l’importanza di Atout France Italia, guidata ora dalla neo direttrice Sandrine Buffenoir che ha diretto gli uffici dell’organismo nei Paesi Bassi, subentrata a Frederic Meyer, che ora è al timone degli uffici in Germania: «Le nostre priorità di azione nel 2025, in particolare in Italia – ci dice Buffenoir – saranno quelle finalizzate a far diventare il nostro Paese un punto di riferimento mondiale in termini di turismo sostenibile entro il 2030, tenendo conto della soddisfazione dei visitatori e dell’accettabilità dei residenti, e favorendo la distribuzione dei flussi nello spazio e nel tempo. Vogliamo inoltre mantenere la leadership della Francia non solo in Italia ma anche come prima destinazione a livello mondiale, concentrando la progressione attorno alla creazione di valore. Dobbiamo sfruttare l’eredità dei Giochi Olimpici e Paralimpici 2024 per valorizzare il turismo d’affari e degli eventi e migliorare la qualità dell’accoglienza e i percorsi di esperienza del viaggiatore».

E l’accoglienza richiama le sfide per l’overtourism, un tema che Buffenoir affronta precisando: «In Francia preferiamo parlare di picchi di visitatori, perché il fenomeno è molto localizzato nel tempo e nello spazio. È quindi importante stimolare i soggiorni durante tutto l’anno (destagionalizzazione, ndr) e sostenere la diversificazione delle attività di clientele come ad esempio, famiglie italiane che cercano ispirazione per le vacanze in Francia in giugno o luglio, piuttosto che una forte concentrazione in agosto. Abbiamo messo in atto un approccio strutturante per contribuire all’ambizione di posizionare la Francia come destinazione di riferimento in termini di turismo sostenibile entro il 2030, sia per il turismo leisure che per quello d’affari, e proprio questo fa parte dei mezzi per distribuire i nostri visitatori in tutte le stagioni e in tutte le nostre regioni. Per questo motivo, è necessario anche mettere in atto programmi di comunicazione e formazione, utilizzando ad esempio il nostro strumento FrancExpert, per sensibilizzare il trade su questi temi e sull’offerta disponibile da sviluppare in Francia».

Una collaborazione, quella con gli operatori della filiera, cruciale proprio ora che si son spente le luci delle Olimpiadi: «Intendiamo sfruttare questa enorme esposizione mediatica per consolidare il nostro posizionamento – osserva Buffenoir – Puntando soprattutto su un turismo accessibile e inclusivo e rinnovando così l’immagine della Francia come destinazione. Vogliamo capitalizzare i progressi compiuti in termini di ospitalità, qualità come parte dell’esperienza del cliente e impegno per un turismo più sostenibile. E dare priorità al sostegno al settore del Mice, mettendo in evidenza l’esperienza della Francia negli eventi, la qualità delle sue infrastrutture e la sua ospitalità. Intendiamo anche mantenere le visite in Francia intorno ai grandi eventi sportivi e culturali che si terranno prossimamente, come la riapertura di Notre Dame de Paris nel dicembre 2024 e l’Anno di Cézanne nel 2025».

Infine, «in modo segmentato, stiamo monitorando i gruppi di clienti affini al turismo sportivo, attraverso offerte personalizzate».

Una strategia che impone di rinsaldare i rapporti anche con t.o. e agenzie di viaggi; e infatti Buffenoir precisa: «Le azioni rivolte ai distributori italiani, come workshop in Italia e in Francia, fam trip, comunicazione, formazione, ecc., restano essenziali per facilitare la (ri)programmazione. Tuttavia, dobbiamo puntare a una maggiore efficienza concentrandoci sul turismo di nicchia, di affinità e ad alto tasso di contribuzione, nonché tematizzando e digitalizzando i nostri approcci laddove sarà possibile».

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Andrea Lovelock
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