Affitti brevi: richieste per il Cin a rilento, solo il 35% in regola

Affitti brevi: richieste per il Cin a rilento, solo il 35% in regola
26 Settembre 09:54 2024 Stampa questo articolo

Richieste al rallentatore per il Codice identificativo nazionale. Il Cin è obbligatorio per tutte le strutture ricettive turistiche e gli immobili destinati a locazioni brevi con finalità turistiche – l’universo meglio noto come affitti brevi – che proprio tramite un apposito codice devono essere identificati per la promozione e la pubblicità dell’offerta di ospitalità. Secondo i dati del ministero del Turismo, infatti, a oggi, su 500.684 strutture registrate in Italia, sono appena 170.710 i Cin rilasciati, corrispondenti al 34,10% del totale.

Una percentuale ancora molto bassa, nonostante l’obbligo imminente e le sanzioni previste, e inoltre la situazione è davvero variegata tra le regioni. A sorpresa non si parla, come spesso accade, di Nord “virtuoso” e di Sud più “lento”, al contrario: la regione più virtuosa in base al volume di richieste per il  Cin infatti è la Basilicata con il 59,92% di domande inoltrate, seguita da Lombardia (43,78%), Molise (40.09%) e Calabria (36,98%) mentre il fanalino di coda è il Friuli Venezia Giulia con solo il 13,10% di Cin. Sul fondo classifica anche Valle d’Aosta (25,54%), Marche e Liguria (28,87%) e Trentino Alto Adige (31,34%). Nei piani alti invece Sardegna (36,90%), Lazio (36,38%) e Campania (35,95%).

Alla luce di questa situazione, Giambattista Scivoletto, founder di Bed-and-Breakfast.it – operatore italiano nel settore delle piattaforme di viaggio – ha lanciato un appello urgente mediante l’Ansa: « È fondamentale che tutte le strutture ricettive siano informate dell’obbligo di richiedere il Cin e lo facciano quanto prima. I rischi di non conformità sono altissimi, e la mancanza del codice potrebbe comportare gravi perdite economiche e la sospensione dalle piattaforme di prenotazione online. Invitiamo tutti a non aspettare l’ultimo momento per adeguarsi a questa normativa fondamentale».

Secondo Bed-and-Breakfast.it, anche se le richieste dovessero raddoppiare o triplicare nei prossimi due mesi, con l’attuale tasso di adesione, più della metà delle strutture rischia di non essere in regola entro la scadenza prevista, con conseguente sospensione dalle piattaforme online.

«Il sito del ministero dovrebbe chiarire che non è possibile registrare una nuova struttura direttamente nella Banca dati nazionale per ottenere il Cin – spiega  Scivoletto – e attualmente proprietari e host devono seguire un processo in due fasi: prima registrare la struttura nella banca dati regionale ottenendo un Codice identificativo regionale (Cir), poi richiedere il Cin tramite il portale ministeriale utilizzando il Cir. Una procedura non immediatamente chiara dalla lettura dell’art. 13-ter del D.L. 145/2023, che può risultare complessa e rappresentare un ulteriore ostacolo burocratico, specialmente per i piccoli proprietari o per chi si affaccia per la prima volta al mercato. È bene sottolineare che questo doppio adempimento può prolungare notevolmente i tempi necessari per ottenere il Cin, mettendo a rischio il rispetto dei termini, scaduti i quali scatteranno le sanzioni».

Sempre secondo Scivoletto, «sebbene la creazione di una Banca dati nazionale sia stato un importante passo in avanti in termini di trasparenza e controllo – e la sua realizzazione sia stata fatta obiettivamente molto bene – l’esistenza di obblighi regionali paralleli rischia di creare confusione e aumentare il carico burocratico per gli operatori». La proposta di Bed-and-Breakfast.it è che tutte le informazioni necessarie siano esplicitate sul sito del ministero e, se possibile,  l’intero processo per l’ottenimento sia del Cir che del Cin venga centralizzato in un’unica piattaforma.

Il Cin dovrà essere esposto chiaramente all’esterno degli immobili e sulle piattaforme online travel agencies entro il sessantesimo giorno successivo alla pubblicazione, avvenuta il 3 settembre 2024, nella gazzetta ufficiale dell’avviso attestante l’entrata in funzione della Banca dati strutture ricettive (Bdsr) su scala nazionale. In caso contrario, le sanzioni per le strutture possono variare da 800 a 8.000 euro, mentre le piattaforme rischiano multe da 500 a 5.000 euro per ogni struttura non conforme.

WEBINAR SUL CIN DI MITUR E ASSOCIAZIONE ITALIANA CONFINDUSTRIA ALBERGHI

E proprio su Cin e Banca dati nazionale delle strutture ricettive, MiturAssociazione Italiana Confindustria Alberghi hanno organizzato un webinar per rispondere alle domande delle aziende alberghiere in vista della scadenza del 2 novembre.

L’incontro è stata l’occasione per percorrere i diversi passaggi necessari per ottenere il Cin, sottolineando i diversi punti chiave della procedure e analizzando le principali criticità emerse in queste settimane di applicazione della nuova normativa.

«L’attivazione di Bdsr e Cin è un passaggio importante per il settore e per la crescita di un’offerta trasparente e di qualità in tutte le tipologie di alloggio», ha ricordato Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi.

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