Overtourism, il modello crociere è la soluzione

Overtourism, il modello crociere è la soluzione
08 Ottobre 06:59 2024 Stampa questo articolo

Le crociere non ci stanno: «Se l’overtourism è un problema, noi siamo la soluzione, non la causa». Il tema – oggetto di un convegno di Clia, Cruise Lines International Association – agita le acque del Mediterraneo. L’area è investita da grandi volumi di turisti, che quest’estate hanno sollevato proteste da est a ovest. Isole greche da una parte, Spagna dall’altra. Le compagnie non accettano il dito puntato contro. Sul turismo mondiale pesano per il 2%, precisano. «E poi le navi non arrivano come pirati, sono autorizzate. L’impatto è amplificato dall’effetto ottico – dice Francesco Galietti, direttore Clia Italia – Una grande nave impressiona. Ma i numeri non sono affatto impressionanti».

GRANDI NAVI, PICCOLI PROBLEMI

L’industria delle crociere propone best practice e si candida a modello per affrontare i problemi di sovraffollamento, e addirittura prevenirli. Intanto, ricapitola il suo operato: itinerari definiti, toccate nave pianificate con due anni di anticipo, molte escursioni già prenotate e organizzate per evitare picchi. Inoltre, accordi con musei e siti culturali sugli orari di ingresso; e, non ultimo, destagionalizzazione del Mediterraneo, prima sul versante occidentale, ora estesa a quello orientale. «Ciascuno si è imbattuto nel termine overtourism. Spesso riguarda città portuali – aggiunge Galietti – Il tema è sfaccettato e il fulcro non è il sovraffollamento, bensì se una meta ha pianificato gli arrivi o non lo ha fatto e va allo sbaraglio. La nostra industria vive di programmazione: non siamo l’incubo degli amministratori locali, come lo sono invece i turisti non previsti. Analizziamo infrastrutture e capacità di assorbire dei flussi, collaboriamo con le comunità locali; i responsabili degli itinerari fanno sopralluoghi, parlano con tassisti, ristoratori, personale dei musei».

«La nostra offerta rispetta i territori e la loro vivibilità – afferma Pierfrancesco Vago, membro del Clia Global Executive Committee – È improprio parlare di overtourism associandolo alle crociere. Gestiamo flussi ed escursioni, sviluppando insieme alle destinazioni un turismo programmato e sostenibile. Nei prossimi anni non sarà sempre possibile costruire strutture per accogliere il crescente numero di visitatori e infrastrutture per trasportarli. Le navi sono una soluzione “socialmente” sostenibile: ospitano i passeggeri e li trasportano via mare, senza gravare sulle strutture».

L’ESEMPIO DI DUBROVNIK

C’è chi ha trovato il suo equilibrio. «Non si può lasciare che il turismo accada; bisogna gestire – dice il sindaco di Dubrovnik Mate Franković, in carica dal 2017, che ha vissuto in pieno il problema overtourism in città e lo ha anche risolto – Più dell’80% della nostra economia si basa sul turismo; prima eravamo conosciuti come città sovraffollata, senza esperienza nella gestione di flussi. Le navi si concentravano in due giorni a settimana e si fermavano per quattro ore; a volte ne arrivavano cinque o sei insieme. Nel 2019 abbiamo firmato un memorandum of understanding con Clia, decisivo per ritrovare la strada della sostenibilità». Un esempio? La città ha chiesto e ottenuto di evitare imbarchi e sbarchi negli orari di ingresso e uscita dalle scuole. Per gli addetti ai lavori, è un modello scalabile. «È il caso di cui siamo più fieri: destagionalizzazione, crociere spalmate nella settimana, dialogo, tecnologia – sostiene Galietti – Altri possono applicare lo stesso approccio. Adottiamo buone pratiche per evitare la gobba delle navi ad agosto. Altro esempio è Bari, con le crociere d’inverno da quest’anno».

FATTORE OFF SEASON

«Un nostro merito è aver destagionalizzato la vacanza nel Mediterraneo – aggiunge Leonardo Massa, vice president Southern Europe divisione crociere Msc – Abbiamo una stagione estiva molto lunga e da 20 anni lavoriamo per posizionare più navi anche d’inverno con flussi diluiti, non concentrati in alta stagione. Per la prima volta Msc ha Bari come homeport in inverno. La destagionalizzazione traina la filiera e avvantaggia tutti: amministrazioni locali con meno picchi da gestire; strutture ricettive aperte per più mesi; turisti che si godono le mete senza folla e senza caldo eccessivo».

La nave, «in quanto visibile, è additata come causa di overtourism. Ma il peso delle crociere sul totale dei turisti in alcuni porti è veramente esiguo – ribadisce Luigi Stefanelli, associate vice president Sud Europa di Costa Crociere – Collaboriamo con le destinazioni; sappiamo con larghissimo anticipo quanti ospiti avremo, date, nazionalità, target. Molti hanno già prenotato i tour, sappiamo dove andranno. Portiamo un valore tangibile ai territori, vanno evitate speculazioni».

GRECIA, SPAGNA E ROMA

Intanto la Grecia ha imposto una tassa sui crocieristi a Santorini e Mykonos: 20 euro in alta stagione. Clia ha chiesto il rinvio al 2026. «Il dialogo è aperto e c’è da lavorare sull’allocazione dei flussi, ma questa tassa impatta solo sulle crociere, è discriminatoria – commenta Galietti – Il ticket a Venezia perlomeno è neutro: si applica a chi arriva in nave, in bus, moto, a piedi».
Bisogna distinguere: realtà dove l’impatto è significativo (su un’isola piccola, anche una sola nave può fare la differenza) e grandi centri che riescono ad assorbire grandi numeri. Altro caso “critico” è Barcellona, che non ha certo le dimensioni di Santorini, ma sembra preferire altri viaggiatori. I temi economici e ambientali sono sul tavolo, ma non si è giunti a sintesi tra compagnie e città. Poi c’è Roma; le navi attraccheranno a Civitavecchia anche nell’anno del Giubileo. Somma o “effetto sostituzione”? Una nuova sfida per la Capitale.

L'Autore

Claudia Ceci
Claudia Ceci

Giornalista professionista, redattore. Specialista nel settore viaggi ed economia del turismo e delle crociere dopo varie esperienze in redazioni nazionali tv, della carta stampata, del web e nelle relazioni istituzionali

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