«Il prezzo della ripresa»: 5 domande a Pier Ezhaya

«Il prezzo della ripresa»: 5 domande a Pier Ezhaya
08 Ottobre 07:00 2024 Stampa questo articolo

I costi dei servizi turistici? «Cresceranno ancora». I ritardi nelle consegne degli aerei? «Continueranno a impattare sul travel». E ancora: aeroporti al limite, Piano Strategico al palo e i 39 milioni di ristori ancora da ricevere. Il presidente di Astoi Pier Ezhaya – ormai abbiamo imparato a conoscerlo – non fa sconti a nessuno. Lo abbiamo coinvolto nel format “5 domande a“: quesiti mirati che hanno trovato risposte ancor più nette, sebbene argomentate a mestiere.

1. L’inverno è ai nastri di partenza, quali saranno i trend dell’outgoing?
«Vediamo una concreta ripresa dell’Egitto che ancora non è tornato ai livelli del 2023, ma sicuramente sta performando meglio dei mesi scorsi. Poi il sempre tonico East Africa, Kenya e Zanzibar e molto bene anche Oriente e Caraibi. Sul tailor made, ancora più focalizzata sui segmenti di alto target, vedo invece una crescita generale».

2. L’estate è stata trainata da un buon advanced booking, ma anche dal ritorno del last minute. Due opposti che hanno un fattore comune: la ricerca da parte del cliente di un prezzo più conveniente. Come valuta questo fenomeno?
«Dobbiamo abituarci a servire clienti diversi. Esiste un viaggiatore che ha minori problemi di spesa, che vuole prenotare per tempo avendo a disposizione tutta la gamma di proposte possibili ed è anche più “deciso” ad andare in vacanza: la sceglie e la prenota. Esiste poi un cliente più tattico che prima di prenotare attende, ci ripensa, valuta tutte le opzioni e spesso solo all’ultimo conferma. È indubbio che l’inflazione inizia a farsi sentire e che purtroppo continuerà a impattare; anche l’anno prossimo i servizi turistici aumenteranno i prezzi e, dato che non è possibile assorbire margini, bisognerà sforzarsi di trovare prodotti più economici che intercettino una platea più ampia con minore disponibilità di spesa».

3. Tra i nodi cruciali, i ritardi nelle consegne degli aerei. Enac, da parte sua, non ha esitato a parlare di “aeroporti al collasso”. Quanto impattano i disguidi legati al volato sui viaggi organizzati e in che modo possono essere contenuti?
«Purtroppo, impattano molto e temo continueranno a impattare ancora per un po’. Noi non apparteniamo a quella categoria che si scaglia contro queste situazioni perché devono essere comprese. Lo sa che è stato stimato che una settimana di sciopero in Boeing corrisponde a un mese di ritardo nella consegna degli aeromobili? Bisogna capire che molti aeroporti sono al limite e che i nastri operativi dei vettori sono molto stressati con pochissimi spazi di backup. Non vedo grande soluzioni se non destagionalizzare un po’, se non proprio nel mese di partenza almeno nel giorno della settimana».

4. Il turismo organizzato ha conti in sospeso con il governo? Su quali temi verteranno le future interlocuzioni?
«Li abbiamo sempre. Scherzi a parte, siamo ancora in attesa di ricevere quei 39 milioni a ristoro del 2021. Non è troppo tre anni? Avevano detto “pochi, maledetti e subito”, ma mi sembra che siano solo pochi e maledetti. Sul governo continuiamo a vedere pochi passi avanti sul Pst, il Piano Strategico per il Turismo. Io credo che un Piano, almeno così è nelle aziende private, debba rappresentare una linea guida ferrea con tempi e azioni certe e ben scadenzate nel tempo. Ad oggi non vedo il Pst 2023-2027 trattato con ugual urgenza e fermezza. Il nostro continua a essere il Paese delle opportunità mancate; ci sono tante idee, c’è tanto talento ma non c’è programmazione e forse nemmeno metodo. Non lo nascondo, fa soffrire molto».

5. Presidente, ci racconta quali progetti ha in ballo Astoi? A proposito, il suo mandato è in scadenza. Pensa di ricandidarsi?
«Astoi è divenuta un’associazione ancora più forte e credibile; abbiamo varato tantissimi progetti, sia sulla formazione, sia sulla legalità e non ultimo sulla fotografia del nostro comparto con l’Osservatorio Astoi. Abbiamo saputo fare squadra tra di noi imparando che è più sensato fare sistema prima e competere solo dopo averlo fatto. Credo anche che siamo diventati l’interlocutore primario del governo e che abbiamo acquisito una visibilità sui media davvero rilevante. Qualcuno temeva che sarebbe evaporata dopo il Covid, quando eravamo di attualità e invece siamo rimasti in prima pagina. Abbiamo tanti altri progetti e tante idee, ma quella su cui credo dovremmo focalizzarci è la formazione. È indispensabile per affrontare le sfide future che non sono per niente banali. Quanto alla scadenza, manca un anno ed è ancora presto per pensarci. Certamente far convivere i due ruoli, quello privato in Alpitour e quello pubblico in Astoi, non è per niente banale. Ma adesso è prematuro affrontare ogni discussione sul tema».

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Roberta Rianna
Roberta Rianna

Direttore responsabile

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