Digitale, Gattinoni (Fto): «Italia zoppa, più risorse imprese»
«Si parla tanto di tecnologia e di intelligenza artificiale. Io ho la fortuna di essere un imprenditore che, partendo da zero, ha costruito una grande azienda e presiede una delle maggiori associazioni del turismo organizzato italiano. Noi investiamo tanti soldi in tecnologia, ma sono tutte risorse nostre, perché gli aiuti non ci sono oppure, quando ci sono, implicano procedure troppo complesse e spesso finiscono ai più furbi». Lo ha denunciato Franco Gattinoni, presidente di Fto Confcommercio, durante il suo intervento all’evento di apertura del Ttg Travel Experience 2024, dal titolo ‘The Year of Veritas. Scelte imprenditoriali e strategie di sviluppo fra intelligenza generativa e sensibilità crescenti”.
Nonostante gli investimenti, Gattinoni ha spiegato come le aziende rimangano azzoppate da lacci, lacciuoli, complicazioni italiane ed europee. «E di questo – ha aggiunto – beneficiano soltanto le grandi piattaforme internazionali e gli abusivi che nell’era del digitale prosperano come non mai. Per fare un esempio, se voglio vendere un pacchetto di viaggio, io devo avere un direttore tecnico, un fondo di garanzia, una copertura assicurativa professionale, una licenza, una squadra di persone alle mie dipendenze e devo pagare tutte le tasse in Italia. Poi scopro che chiunque fa illegittimamente il mio stesso mestiere senza questi oneri».
Il presidente Fto ha puntato il dito contro «la piattaforma estera che paga un decimo delle mie tasse, l’associazione improvvisata che non garantisce i propri clienti, l’influencer che non risponde al fisco, ma anche la compagnia aerea che, nonostante le centinaia di fallimenti degli ultimi anni, non dispone di un fondo di garanzia».
E poi ci sono i problemi, i deficit di sistema. «Se porto un grande evento o anche solo un americano che spende 20mila euro in Italia, oggi devo vedermela con la carenza e i prezzi folli per trovare guide abilitate, Ncc, ingressi nei musei maggiori. E inoltre rischio che, in quanto acquisto io come operatore il biglietto aereo per suo conto, all’americano di turno venga chiesto un riconoscimento facciale per volare da Milano alle Isole maggiori. Il turismo organizzato porta valore e dovrebbe essere tutelato, ma così non è. Il peso della burocrazia italiana ed europea e le regole folli che inventano ogni giorno non ci consentono di stare al passo con la velocità dell’innovazione e del mondo che ci circonda. In questo modo regaleremo l’Italia a chi opera da altri Paesi. Così è veramente troppo faticoso».