Spesometro, semplificare si può
«L’importante è che arrivino i dati essenziali: la partita Iva, l’imponibile e l’imposta e il numero della fattura, non serve nient’altro. Se ci aiutate con una norma simile, aiutiamo i contribuenti e le agenzie». Parola del direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, interpellato in Commissione Finanze alla Camera sul futuro dello spesometro. È lui, stando a quanto riportato da Il Sole 24 Ore, a suggerisce al legislatore la direttrice lungo cui dovrebbe muoversi per modificare lo strumento, i cui aggiustamenti potrebbero essere già contenuti in un emendamento al Dl fiscale o comunque nell’ambito della sessione di bilancio.
Lo spesometro, si sa, nell’ultimo mese e mezzo ha fatto discutere: sia per le difficoltà oggettive di un sito che non è riuscito a sopportare il numero elevato di dati relativi a circa 1,4 miliardi di fatture che i contribuenti hanno via via inviato fino a lunedì 16 ottobre, ultima data per l’inoltro dopo le diverse proroghe, sia per gli innumerevoli dubbi che hanno prodotto le pagine di Faq pubblicate dall’Agenzia delle Entrate.
E se alcune semplificazioni potranno essere apportate con un provvedimento della stessa Agenzia delle Entrate, come ad esempio «l’informazione relativa ai dati anagrafici al domicilio fiscale dei clienti e dei fornitori e quella sui dati della stabile organizzazione e dei rappresentanti fiscali», altre semplificazioni dovranno necessariamente passare attraverso una norma prodotta dal Parlamento. Azioni che Ruffini ha sollecitato alla Commissione Finanze di Montecitorio.
Di interventi possibili ve ne sono diversi proposti da contribuenti e ordini dei professionisti, come ad esempio la facoltà di trasmissione cumulativa dei dati delle fatture emesse e ricevute di importo inferiore a 300 euro, o la disapplicazione di sanzioni per l’errata trasmissione dei dati fatture emesse e ricevute per il semestre 2017, oppure l’esonero dall’obbligo per alcuni soggetti. Vedremo nei prossimi mesi cosa si riuscirà a fare.