Boeing-sindacati, riprende il faccia a faccia
Sciopero, giorno 48. Braccia sempre incrociate negli stabilimenti Boeing, ma qualcosa si muove, pur con tutte le cautele del caso, visti i precedenti. In un aggiornamento sui social media, il sindacato dell’Associazione internazionale dei macchinisti e dei lavoratori aerospaziali (Iam) ha raccontato di aver avuto martedì un “faccia a faccia produttivo con l’azienda per affrontare le questioni chiave della contrattazione”. Vertice confermato da Boeing a Bloomberg e Reuters.
Insomma, il dialogo – con l’assistenza del massimo funzionario sindacale dell’amministrazione Biden, il segretario del lavoro ad interim Julie Su – è ripreso, a una settimana dalla sonora bocciatura, dalla maggioranza dei 33.000 dipendenti, della terza proposta del colosso americano.
Cresce la pressione, quindi, affinché la società trovi un punto d’incontro con il sindacato, che punta a ripristinare le pensioni e a recuperare un decennio di aumenti salariali minimi. Una cosa però certa: Iam non cede di un millimetro e lo ha ribadito. “Il comitato negoziale continuerà a impegnarsi con la società per garantire il miglior risultato possibile per i nostri membri”.
Mai come in questo caso, insomma, il tempo è denaro, considerando i danni finanziari accusati da Boeing a causa dello sciopero, il primo in 16 anni, che sta paralizzando la produzione e le consegne. D’altronde, i numeri non mentono: invece di generare liquidità nel quarto trimestre, la società prevede di continuare a bruciare circa 4 miliardi di dollari, il che porterebbe i deflussi totali per l’anno a 14 miliardi di dollari.
Ecco perché i governatori di Missouri, Montana e Utah (Mike Parson, Greg Gianforte e Spencer Cox), hanno scritto una lettera a Boeing e al sindacato, invitandoli a trovare un’intesa ed esprimendo preoccupazione per la reazione a catena che rischia di avere un forte impatto sui loro Stati e sulla catena di fornitura dell’azienda.
La mobilitazione, infatti, inizia ad avere pesanti ripercussioni anche sui fornitori, con potenziali conseguenze a lungo termine per Boeing. Una volta avviate le linee di assemblaggio per il 737 Max, il 767 e il 777, al termine della controversia, l’azienda dovrà monitorare attentamente la capacità della catena di approvvigionamento di tenere il passo. Spirit AeroSystems ha già avvertito che licenzierà circa 700 lavoratori che costruiscono componenti per i programmi 767 e 777.
Anche la sede di Arlington, in Virginia, sta procedendo con i piani di taglio del 10% della sua forza lavoro, il primo step del piano di riassestamento annunciato dal nuovo ceo Robert “Kelly” Ortberg. Inoltre, negli ultimi giorni Boeing ha raccolto 21 miliardi di dollari in una vendita di azioni ampliata, una delle più grandi mai effettuate da una società pubblica, per far fronte alle esigenze di liquidità ed evitare un potenziale declassamento del rating di credito a spazzatura. È una sfida, come direbbero gli americani, senza domani. Edge of tomorrow.
Giornalista professionista, innamorato del suo lavoro, appassionato di Storia, Lettura, Cinema, Sport, Turismo e Viaggi. Inviato ai Giochi di Atene 2004
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