Slow foot sul Lago d’Orta per un turismo “contemplativo”
Pettenasco, Pella, Armeno, Legro: dietro questi misteriosi e insoliti nomi si celano alcuni paesi affacciati sul lago d’Orta, a meno di un’ora da Novara, terra di mezzo tra le Alpi e la pianura piemontese. Un break in questi luoghi è un autentico tuffo nel passato: uno dei più antichi feudi, orgoglioso di aver difeso la propria indipendenza, questo territorio è oggi una delle migliori testimonianze del Piemonte insolito, quello che non ti aspetti.
Tra i borghi che circondano il lago che meritano una visita, uno dei più emozionanti è sicuramente Orta San Giulio di fronte alla suggestiva Isola di San Giulio raggiungibile con 5 minuti di traversata. Un borgo medievale totalmente pedonalizzato con negozi di artigianato e accoglienti caffetterie dove si respira un tempo remoto. E questo lago che vanta le acque più pulite in Italia grazie a una coraggiosa e avveneristica operazione di liming che ne ha ripulito e ripopolato i fondali, azzerando l’acidità dell’acqua, è la sosta nella storia, nella religione: specchio d’acqua che accoglie l’isola di San Giulio, dove d’inverno, oltre a settanta suore di clausura, ospita solo due abitanti, un’anziana signora italiana e una poetessa inglese. Qui la leggenda narra di draghi, serpenti e mostri cacciati da San Giulio che vi approdò sopra il suo mantello poiché nessuno osava attraccare con la propria barca. Oggi, una volta giunti, ci si può regalare una passeggiata lungo le mura perimetrali nella cosiddetta Via del Silenzio.
Una volta tornati sulla terraferma si può raggiungere il Sacro Monte di Orta costellato di cappelle e punto d’osservazione molto suggestivo. Il break non può ovviamente trascurare un must, Varallo, altro scrigno di testimonianze storico-religioso e sede dell’omonimo Sacro Monte, Patrimonio Unesco che ospita una basilica e 45 cappelle con oltre 800 statue di rara bellezza.
Una scoperta che arricchisce un viaggio da queste parti, magari soggiornando nell’insolita location La Casa dei Padri ad Armeno, struttura ricettiva votata all’aggregazione sociale, con camere arredate da giovani liceali. Proprio per queste innumerevoli preziosità il lago d’Orta punta a promuoversi sui mercati esteri, in particolare quelli europei, mirando la propria offerta sul target del turismo religioso e sul turismo trekking, per attrarre gli amanti dell’arte, della cultura, ma anche i giovani appassionati di passeggiate ed escursioni in montagna con la scoperta di autentiche opere d’arte che costellano questi paesini affacciati sul lago.
Tra gli operatori che curano itinerari con questo taglio, il piccolo t.o. Nonsolotrekking di Caterina Zadra, ideatrice del simpatico ed emblematico marchio slow foot. Un operatore che intende diffondere il turismo incoming contemplativo concentrandosi soprattutto sulle zone comprese tra i laghi d’Orta, Maggiore e la Valsesia. Una vera e propria missione a favore di una terra tutta da scoprire a apprezzare, anche per sue valenze enogastronomiche.