Il turismo mondiale accelera, ma il mercato Uk frena

07 Novembre 11:54 2017 Stampa questo articolo

L’industria del turismo? Nonostante Trump, Brexit e terrorismo, viaggiare continua a essere un business redditizio per tutti. O forse (quasi) per tutti, visto che proprio la Gran Bretagna – dove è in corso, a Londra, il World Travel Market –  si troverà nei mesi a venire di fronte ad alcune sfide non di poco conto.

«La maggior parte degli addetti ai lavori (il 74% degli intervistati, mentre solo l’1% propende per una flessione, ndr) pensa che il leisure travel aumenterà il prossimo anno, soprattutto in Paesi come Italia, Grecia e Tunisia», si legge nel Wtm 2017 Industry Report, che ha messo nero su bianco le risposte di oltre 1.600 intervistati. Un ottimismo confermato anche dallo Unwto, che nonostante la crescita dei prezzi prevista un po’ ovunque, ha rilevato come nei primi quattro mesi del 2017, il numero degli arrivi internazionali sia aumentato a livello globale del 6%.

Diverso è il discorso, però, se si guarda al Regno Unito, dove più della metà dei viaggiatori intervistati si è detto preoccupato per la durata dei negoziati che accompagneranno l’uscita della Gran Bretagna dell’Unione europea. Risultato: i consumatori inglesi ritengono che viaggiare non solo diventerà più caro rispetto al passato a causa della sterlina debole nei confronti di euro e dollaro, ma anche per i maggiori controlli alle frontiere. Oltre alla possibile abolizione del free roaming nell’Ue per i sudditi britannici, come pure del loro diritto all’assistenza sanitaria gratuita nel vecchio continente.

E non è tutto, perché oltre la metà degli operatori inglesi sostengono che la Brexit nuocerà al loro business, una preoccupazione che si aggiunge a quella dei traveller inglesi a proposito della minaccia terrorismo. Circa il 52% di loro, rivela il report, si dice infatti timoroso di viaggiare per la paura di attentati, mentre addirittura il 72% degli operatori ha già subito conseguenze negative in seguito ad attentati e bombe in giro per il mondo.

Buone notizie arrivano invece dalla Tunisia, dove un turista inglese su cinque si dice disposto a trascorrervi le prossime vacanze, dopo che il British Foreign and Commonwealth Office ha tolto il suo alert. Altro tema caldo per i sudditi della regina Elisabetta, la presidenza Trump, che continua dividere gli animi. La dimostrazione viene dal 27% dei viaggiatori britannici che si professano titubanti a recarsi negli States, sempre meno però dei tour operator veri e propri visto che il 40% di loro afferma che «gli Stati Uniti non sono un Paese con il quale fare business a causa del suo presidente».

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Giorgio Maggi
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