Affitti brevi, Federalberghi Torino: “Bene il Viminale sulle key box”

Affitti brevi, Federalberghi Torino: “Bene il Viminale sulle key box”
09 Dicembre 13:57 2024 Stampa questo articolo

Viminale promosso per la disincentivazione all’utilizzo delle key box, ma occhio alla questione del Codice identificativo nazionale, a 20 giorni dalla scadenza dei termini.

Federalberghi Torino plaude all’intervento del ministero dell’Interno sugli affitti brevi, ma allo stesso tempo invita a porre l’attenzione sul Cin di cui dovranno dotarsi tutti i proprietari entro il 1° gennaio 2025: nella provincia di Torino solo il 64% dei proprietari ha richiesto il codice al ministero del Turismo.

«Registriamo finalmente e con soddisfazione la volontà da parte delle istituzioni di regolare normativamente il fenomeno degli affitti brevi, sul quale da anni chiediamo a gran voce un intervento – sottolinea Fabio Borio, presidente di Federalberghi Torino – Nel caso del divieto di check-in automatico siamo di fronte all’applicazione di una norma già esistente, finora fatta rispettare soltanto alle strutture turistico-ricettive».

«È la dimostrazione – osserva ancora – che non servono leggi speciali, ma soltanto il buonsenso e il rispetto delle norme, applicando parità di trattamento a tutti coloro che svolgono attività ricettiva in forma imprenditoriale, siano essi hotel, b&b o appartamenti privati concessi in locazione turistica. La crescita del turismo nel nostro territorio deve essere affiancata a un incremento della qualità dei servizi, della sicurezza e dell’offerta che deve coinvolgere tutti gli operatori».

 Federalberghi Torino ha iniziato ad accogliere tra gli associati anche i proprietari di immobili che si rivolgono al mercato turistico fornendo supporto e consulenza come accade per gli imprenditori alberghieri.

«Non c’è un pregiudizio verso il fenomeno degli affitti brevi in sé, ma soltanto nei confronti degli abusivi – prosegue Borio – L’offerta di accomodation sta evolvendo rapidamente verso nuove forme e non c’è la volontà di demonizzarle ma soltanto di garantire identico trattamento a chi opera nello stesso mercato».

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