Amsterdam Schiphol abbassa il tetto ai voli
“Troppo rumore, non più di 478mila voli l’anno”. L’aeroporto di Schipol ad Amsterdam adotta un numero chiuso ancora più stringente su decisione del governo olandese e, come scrive Repubblica, per il 2025 ridurrà di un ulteriore 4% il tetto di 500mila attualmente in vigore. Già a settembre L’Aia aveva annunciato l’intenzione di abbassare il limite, con l’obiettivo di ridurre del 20% l’inquinamento acustico che danneggia le persone residenti vicino allo scalo internazionale.
La decisione è andata di traverso a Klm e Ue. Giovedì scorso la compagnia nazionale olandese aveva invitato il governo a riconsiderare la sua strategia, esortandolo piuttosto a promuovere aerei più silenziosi anziché tagliare i voli. “Ogni settimana – rimarca Klm in una nota – più di un milione di persone volano da Schiphol verso le loro destinazioni per vacanze, lavoro, studio o visite familiari e Klm svolge un ruolo importante in questo”.
La compagnia comprende i motivi del governo, poi attacca: “Klm abbraccia gli obiettivi di riduzione del rumore per i residenti intorno a Schiphol. Pertanto, stiamo investendo 7 miliardi di euro in aeromobili più silenziosi e abbiamo proposto misure significative nel piano Cleaner, Quieter, More Efficient. Questo dimostra che uno Schiphol più piccolo non è necessario per raggiungere gli obiettivi di rumore e Klm trova incomprensibile che il governo intenda ancora ridurre a 478.000 movimenti di aeromobili. Limitare il numero dei voli comporta anche un rischio significativo di misure di ritorsione da parte di altri Paesi, che colpirebbero non solo il settore dell’aviazione, ma anche altre compagnie olandesi”.
“Abbiamo seri dubbi sulle ipotesi su cui il ministero ha basato questo numero – conclude la nota – Il processo decisionale non soddisfa i requisiti di una procedura di approccio bilanciato attenta, in cui il raggiungimento dell’obiettivo politico previsto è centrale: la riduzione del rumore. La riduzione dei movimenti di volo non è un fine in sé e si prevede che sia legalmente insostenibile. Attendiamo il parere della Commissione europea. L’aviazione avrà sempre un ruolo nelle nostre vite se vogliamo esplorare il mondo. Se i Paesi Bassi non hanno uno Schiphol ben collegato, stiamo facendo passi da gigante indietro nel tempo. Ecco perché è così importante che questa decisione venga presa con le giuste motivazioni”.
L’appello, però, è rimasto inascoltato. Anzi, l’esecutivo ha replicato che il nuovo limite di volo dovrebbe ridurre il rumore del 15%, e che cercherà soluzioni alternative per ottenere un abbassamento di un ulteriore 5% del livello sonoro.
Il precedente tentativo di limitare il tetto di voli a quota 450mila era stato poi ritirato l’anno scorso, in seguito alle pressioni dell’industria e alle obiezioni di Bruxelles, che aveva inviato L’Aia a considerare altre opzioni. A marzo un tribunale olandese aveva invece ordinato al governo di fare di più per ridurre l’inquinamento acustico a Schiphol, perché gli interessi delle persone disturbate dall’aeroporto erano stati ignorati per anni.
Amsterdam, peraltro, è anche una delle città in prima fila nella lotta all’overtourism e ha già introdotto una tassa di soggiorno che, al momento della sua istituzione, era la più alta d’Europa e riguarda anche i crocieristi. E ora sotto con la battaglia del “rumore”.