Balneari, il Consiglio di Stato annulla le proroghe al 2033

Balneari, il Consiglio di Stato annulla le proroghe al 2033
17 Dicembre 14:46 2024 Stampa questo articolo

Una sentenza, quella del Consiglio di Stato, che si può ben definire “una pietra tombale” sulla vicenda dei balneari, oggetto del contestato Decreto infrazioni. Nello specifico, la n.6513/2024 pubblicata ieri, lunedì 16 dicembre, stabilisce che “non sono idonee le estensioni delle concessioni balneari fino al 2033 rilasciate in seguito alla pubblicazione dell’atto sull’albo pretorio“.

Palazzo Spada si è dunque espresso in modo inequivocabile su un tema molto scottante, ovvero quello dell’estensione di 15 anni disposta dalla legge 145/2018 (la cosiddetta “legge Centinaio”).

La norma era stata annullata dallo stesso Consiglio di Stato, in una sentenza emessa a novembre 2021 dall’adunanza plenaria. Il rinnovo fino al 2033 era stato equiparato a una proroga automatica, dunque in contrasto con la direttiva europea Bolkestein, che impone i bandi pubblici delle concessioni balneari.

Tuttavia, in seguito alcuni Tar avevano dichiarato valide le estensioni fino al 2033, nei Comuni che avevano effettuato la pubblicazione dell’atto sull’albo pretorio. Ora, invece, il Consiglio di Stato ha affermato che anche questo tipo di procedura non è idonea e che tali titoli sono da ritenersi annullabili. Secondo i giudici, la semplice pubblicazione dell’atto non è sufficiente a rispettare la Bolkestein, poiché non si tratta di un bando con procedura comparativa tra domande concorrenti.

Come ben spiegato in una nota apparsa su Mondo Balneare, quando fu approvata l’estensione delle concessioni balneari fino al 2033, alcuni Comuni l’avevano applicata in automatico, mentre altri avevano prima pubblicato l’atto sull’albo pretorio, talvolta su richiesta del concessionario stesso (secondo un meccanismo definito “istanza di parte”).

Si riteneva che questa seconda strada fosse più rispettosa della direttiva Bolkestein, in quanto la pubblicazione avrebbe dato la possibilità di presentare eventuali domande concorrenti. Qualora fossero arrivate, l’amministrazione avrebbe avviato una procedura comparativa, altrimenti avrebbe potuto applicare direttamente il rinnovo.

L'Autore

Andrea Lovelock
Andrea Lovelock

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