Futura nell’era Simei: «Obiettivo 200 milioni»
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Anno nuovo, vita nuova. Pronti, via e Bit: il 2025 di Stefano Maria Simei si apre nel segno di Futura Vacanze Spa, di cui da gennaio è general manager. A novembre era maturato il distacco da Th Group, dove per 13 anni ha ricoperto il ruolo di direttore commerciale e marketing.
Già, perché cambiare?
«In Th Group non stavo bene, stavo benissimo – precisa subito Simei sorridendo – ed è un’azienda alla quale sono particolarmente affezionato, perché 13 anni non si dimenticano. La svolta è stata un colloquio con Stefano Brunetti – amministratore unico di Futura Vacanze – che mi ha coinvolto nell’evoluzione della sua azienda e mi ha incentivato a intraprendere una nuova esperienza».
Futura è un’azienda di stampo familiare: è il suo punto di forza?
«Vedo Futura nella stessa dimensione di Th, perché secondo me l’aspetto più importante è proprio quello di riuscire a preservare la dimensione di familiarità che c’è oggi, facendola evolvere in un’azienda manageriale. È una grande qualità essere una famiglia, nel senso di ambiente e di humus, ma giocoforza, bisogna compiere un passo decisivo per diventare sempre più industria».
E qui arriva lei: sta già pensando al nuovo piano industriale?
«Stiamo lavorando sull’immediato per arrivare al miglior risultato possibile nell’anno in corso, ma il vero orizzonte è il nuovo piano industriale. Sarà sicuramente di crescita e di sviluppo sul margine: non c’è dubbio che saremo molto focalizzati sulla marginalità dell’azienda. Pensiamo di presentarlo a fine ottobre e avrà un respiro di cinque anni e delineerà tutta l’evoluzione dell’azienda in ottica manageriale, sotto il profilo interno e dell’area prodotto. A oggi Futura guarda più alla gestione che prendere prodotti in commercializzazione: ha 14 alberghi e circa 1.100 dipendenti, non è più una società piccola. Inoltre, lavoreremo sull’architettura del Gruppo affinché ci sia una “logica” all’interno delle varie società: Futura Vacanze, Futura Hotels e la società immobiliare. In sostanza, il nostro obiettivo è far diventare Futura un punto di riferimento del settore».
Futura è già un’azienda consolidata e si dimostra proiettata verso il futuro, come dimostra il rebranding.
«Senza dubbio. Credo che l’asset più importante di un’azienda sia il suo marchio. Abbiamo lavorato sull’alleggerimento del brand, rivedendo l’immagine della società, con un posizionamento che sia più chiaro nei confronti dei clienti, che devono essere sempre al centro del focus».
«È sempre la somma che fa il totale», per fare il verso a Totò. Arriviamo al capitolo finale, il fatturato. Da dove parte e dove vuole portare Futura?
«Futura ha chiuso il 2024 con 100 milioni di fatturato per il tour operator, oltre a circa 20 milioni di società di gestione. La direzione che vogliamo prendere, nell’arco di 4-5 anni, è arrivare sopra i 200 milioni. Il vero obiettivo, però, è il punto di margine che questa azienda può sviluppare. Preferiamo anzi pensare anche a un fatturato più basso, ma con un’espressione di margine più alta».
Se ci rivedessimo in Bit tra un anno vorrebbe dirmi…
«Che il cammino intrapreso ci vede felici, contenti e soddisfatti».
Giornalista professionista, innamorato del suo lavoro, appassionato di Storia, Lettura, Cinema, Sport, Turismo e Viaggi. Inviato ai Giochi di Atene 2004
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