Italia, le ricette per la crescita da Franceschini a Filippetti
Con i numeri del turismo mondiale in aumento da qui ai prossimi dieci anni, la buona crescita che è tornata a rasserenare il comparto turistico italiano va governata con criterio e adeguata strategia puntando sulla moltiplicazione dei nostri luoghi attrattori di turismo e destagionalizzando: questo il pensiero del ministro Mibact, Dario Franceschini, intervenuto al convegno dell’Osservatorio Parlamentare del Turismo proprio sul tema della continuità da assicurare alla crescita turistica italiana.
«Dobbiamo quindi finalizzare le nostre scelte di promozione, di infrastrutture, nonché di atti legislativi per evitare i rischi di un turismo internazionale che sia prevalentemente mordi e fuggi che non lascia nulla sul territorio – ha sottolineato il ministro – Ecco perché è indispensabile lavorare sui flussi incoming, intervenire sui target che vogliamo incentivare alla visita del Paese: da qui gli anni dei borghi, del turismo lento, del cibo e dei cammini. Operazioni per allargare la gamma di attrattori turistico-culturali sui quali però è indispensabile operare sul miglioramento dei servizio d’accoglienza.»
In altre parole, occorre distribuire al meglio i flussi turistici in entrata affinchè il paese non venga travolto da viaggiatori che non pernottano e stressano le nostre strutture. E allora in tale ottica quali sono le priorità? Franceschini spiega: «Innanzitutto c’è bisogno di risorse: stiamo lavorando sulla legge di bilancio, sui fondi strutturali europei, sulle modifiche legislative e stiamo operando sugli incentivi. Quindi con il Piano Strategico e con le azioni menzionate che abbiamo approntato in quest’ultimo periodo, noi del governo stiamo facendo la nostra parte, ma ora occorre che anche l’imprenditoria privata giochi un ruolo propositivo con investimenti mirati. Pur conoscendo i problemi del settore in termini infrastrutturali, è arrivato il momento di chiamare a raccolta la sana imprenditoria di uno dei pochi settori che da qui ai prossimi dieci, quindici anni avrà una crescita esponenziale certificata».
Gli ha poi fatto eco il direttore per il turismo del Mibact, Francesco Palumbo, che ha elencato le priorità nel dettaglio: «Valorizzare i territori, rendere sostenibili i flussi attraverso una intermodalità efficiente e capillare, sfruttando ad esempio il trasporto su gomma in formato green e quindi con veicoli elettrici, gestire l’innovazione al servizio del marketing per conoscere meglio i nostri target di riferimento e quelli che vogliamo far crescere come il segmento dei big spender, decongestionare le città d’arte che sono i nostri grandi attrattori, a partire da Venezia, presidiare le aree della rivoluzione digitale, partendo dalla constatazione che oggi il 70% delle transazioni turistiche viene generata dai canali digitali».
E sul ruolo dei privati, sollecitatai anche dallo stesso presidente dell’Osservatorio, Ignazio Abrignani, si sono soffermati anche i rappresentanti della tre grandi confederazioni di categoria: da Assoturismo che, con il presidente Vittorio Messina, ha evidenziato l’importanza di monitorare il comparto e regolamentare le attività, annunciando a sopresa un dato rilevato da una ricerca relativo al cosiddetto sommerso, con oltre 270 milioni di pernottamenti (presenze) che sfuggono a qualsiasi censimento.
Molto duro l’intervento del vice presidente di Confturismo Luciano Serra che ha chiesto come imprenditore una burocrazia meno opprimente e più snella, con un forte richiamo ad urgenti interventio sulle infrastrutture che sopesso sviliscono gli invetimenti degli stessi privati.
Infine Gianfranco Battisti, presidente di Federturismo, e Nardo Filippetti, presidente di Astoi, hanno rispettivamente sottolineato l’importanza della formazione professionale per le nuove figure richieste dal mercato turistico e la destagionalizzazione pianificata attraverso una misura forte come un nuovo calendario di vacanze scolastiche che consenta agli operatori di non lavorare solo tre mesi l’anno.