Direttiva pacchetti alla forca.
Ectaa: “Revisione penalizzante”
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Fuorviante, disconnessa, penalizzante e fuori dalla realtà della distribuzione turistica: è senza appello il giudizio negativo dell’Ectaa circa la proposta di revisione della direttiva Ue sui pacchetti turistici presentata dall’eurodeputato Agius Saliba, nella quale vengono poste nuove condizioni operative riguardo ai servizi autonomi e una limitazione ai pagamenti anticipati.
Una revisione che, secondo Ectaa, aggrava il problema della definizione di pacchetto estendendolo a due vendite effettuate sullo stesso sito web entro 72 ore. E l’esempio pratico ci viene evidenziato da Eric Dresin, segretario generale Ectaa: «Se un soggetto naviga su Expedia e acquista un volo, trattasi di servizio autonomo. Ma se entro i tre giorni successivi acquista un secondo servizio autonomo relativo allo stesso viaggio, ad esempio il noleggio auto o la camera d’albergo, ecco che diventa un pacchetto. A questo punto ci si chiede come Expedia dovrebbe tenere traccia del primo acquisto. Per non parlare della proposta sulla limitazione del pagamento anticipato, ovviamente non applicabile al servizio autonomo visto che si è già pagato l’intero biglietto».
LA LIMITAZIONE DEI PAGAMENTI ANTICIPATI
Infatti la limitazione dei pagamenti anticipati per i viaggi “tutto compreso” rappresenta per Ectaa una misura che aggiunge un ulteriore onere agli organizzatori poiché questi già tutelano denaro dei clienti contro l’insolvenza. «Ad allarmare è la limitazione degli anticipi al 25% per i viaggi tutto compreso, una misura che pone un ulteriore onere agli organizzatori, che già offrono garanzie ai clienti in caso di insolvenza – osserva Dresin – Pertanto, limitare i pagamenti anticipati non ridurrebbe i rischi di insolvenza, ma indebolirebbe finanziariamente gli operatori, soprattutto nella prima metà dell’anno. Se l’obiettivo è proteggere veramente i consumatori, perché non garantire che i pagamenti anticipati siano salvaguardati in tutti i servizi di viaggio piuttosto che individuare solo quelli che riguardano i tour operator», chiosa Dresin riferendosi ai vettori ai quali – tra l’altro – non viene ancora richiesto un fondo di garanzia a tutela dei casi di insolvenza o fallimento più volte reclamato dalle associazioni delle imprese di viaggi.
La dura nota di Ectaa prosegue sollevando serie preoccupazioni in prospettiva per la mancanza di un dialogo approfondito con le parti interessate. «Le consultazioni – aggiunge Dresin – sono state ridotte a una mera formalità, con udienze ufficiali che concedevano appena cinque minuti per oratore, difficilmente sufficiente per discutere questioni così critiche. Abbiamo partecipato in buona fede, sperando di contribuire a una riforma costruttiva. Sfortunatamente, le nostre preoccupazioni sono state completamente ignorate».
LA RICHIESTA DI UN APPROCCIO PIÙ EFFICACE
Nella parte conclusiva della nota si evidenzia poi che “la direttiva rappresenta meno del 15% dei servizi di viaggio venduti sul mercato dell’Ue, con un forte calo rispetto al 40% registrato nel 2013, prima della prima revisione della stessa. Il fatto che la Commissione e l’eurodeputato Saliba siano a favore di una legislazione così sproporzionata è fuorviante. Invece di imporre ulteriori vincoli ai tour operator, ci vorrebbe un approccio più efficace per migliorare la protezione dell’85% dei consumatori. Adottando invece tale misura – conclude la nota Ectaa – sempre meno viaggiatori utilizzeranno i pacchetti e i suoi servizi con protezioni sempre più costose per andare in vacanza”.
In buona sostanza, alla luce di questa sconcertante proposta di riforma della direttiva pacchetti, l’Ectaa sollecita una seria revisione del testo di riforma, tenendo conto delle realtà economiche e dei punti di vista degli stakeholder del settore turistico. La revisione deve trovare il giusto equilibrio e offrire elevati livelli di protezione dei consumatori mantenendo il mercato attraente e funzionale.