Usa, crollo dei turisti canadesi nell’era Trump bis

Boicotta gli Usa. Sembra essere questo il sentiment crescente tra i canadesi nei confronti degli Stati Uniti. Complice, senza dubbio, l’effetto Trump. Un’ostilità che sta influenzando sempre di più alcune abitudini, anche in chiave turistica.
Basta dare un’occhiata a questa notizia: il crollo dei viaggiatori canadesi che rientrano dagli Stati Uniti, diminuiti del 23% a febbraio rispetto all’anno precedente, segnando il secondo mese consecutivo di calo. A rivelarlo sono i dati pubblicati da Statistics Canada, che evidenziano come le visite negli Usa da parte dei cittadini canadesi stiano diminuendo in modo significativo.
Alla base di questa tendenza – come riferisce Bloomberg – ci sono diversi fattori, tra cui le forti tensioni politiche ed economiche tra i due Paesi. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, da settimane minaccia di imporre pesanti dazi e persino di voler annettere il Canada. Dichiarazioni che hanno alimentato sentimenti di ostilità e spinto molti cittadini canadesi a boicottare i viaggi negli Usa e i prodotti americani.
Un trend in linea con quanto già emerso nelle scorse settimane e che, come avevamo già raccontato, riguarda non soltanto i viaggi di piacere, ma anche quelli per affari, con il 40% delle piccole e medie aziende che ha già rinunciato agli itinerari programmati negli Stati Uniti.
L’imminente avvicendamento alla guida del governo canadese, con l’ex banchiere centrale Mark Carney che andrà a prendere il posto di Justin Trudeau, non sembra prefigurare un allentamento delle tensioni. Anzi.
Il futuro primo ministro ha subito preso posizione contro Donald Trump, assicurando in un discorso aggressivo che il suo Paese «vincerà» e «non farà mai parte degli Stati Uniti, in alcun modo». «I canadesi sono sempre pronti quando qualcuno lancia il guanto di sfida. Che gli americani non commettano errori. Nel commercio come nell’hockey, il Canada vincerà», ha detto, riferendosi alla rivalità sportiva tra i due Paesi, recentemente ribadita da Donald Trump.
Non solo tensioni politiche, però. La riduzione del traffico transfrontaliero – viene evidenziato da Bloomberg – è giustificata anche da fattori economici e meteorologici. Il dollaro canadese debole rende i viaggi negli Stati Uniti più costosi, mentre le forti nevicate in alcune regioni del Canada orientale e centrale hanno reso tutto più complicato.
La flessione non riguarda solo i viaggi su strada: anche il numero di viaggi di ritorno per via aerea è diminuito del 2,4% rispetto all’anno precedente. Questo è un altro dato particolarmente significativo, considerando che gli Stati Uniti sono tradizionalmente la destinazione internazionale più popolare per i canadesi.
Il calo del turismo canadese negli Usa potrebbe anche avere ripercussioni sull’economia americana. Lo dicono i numeri. Il Canada infatti registra abitualmente un disavanzo nel commercio di servizi con gli Stati Uniti, in gran parte dovuto proprio alle spese per i viaggi. Se la tendenza al ribasso dovesse continuare, gli operatori turistici americani potrebbero subire un impatto significativo. Del resto, come ammesso dalla stessa U.S. travel association (Usta), una riduzione del 10% degli ingressi dal Canada metterebbe a rischio circa 140mila posti di lavoro.