Dieci azioni per il travel italiano da Federturismo

27 Dicembre 07:00 2017 Stampa questo articolo

Per preparare l’Italia a un mercato turistico mondiale che nel 2030 conterà non meno di 2 miliardi di viaggiatori è necessario attivare azioni incisive. A dirlo è il presidente di Federturismo, Gianfranco Battisti, alla luce del nuovo slancio ottenuto dal settore nella scorsa stagione, che ha fatto segnare soddisfacenti crescite in termini di arrivi e di spesa.

«Per lo sviluppo turistico del nostro territorio e per fronteggiare una concorrenza internazionale sempre più agguerrita – dichiara Battisti – possiamo indicare almeno dieci azioni strutturali su cui puntare. Tra queste: la semplificazione del quadro normativo e l’equità fiscale; un piano unitario di promozione; azioni mirate per la riduzione della stagionalità; uno standard di qualità credibile e omogeneo; una forte accelerazione nella digitalizzazione. C’è poi la priorità della formazione per nuove figure professionali del settore e la qualità delle infrastrutture. Infine, ma non certo marginale, la sostenibilità e lo sviluppo di sinergie tra le varie forme di turismo».

Per il terzo anno consecutivo Federturismo ha realizzato il Rapporto sulla programmazione regionale turistica 2017 che identifica le principali problematiche che frenano la competitività e attrattività dei territori, suggerendo le possibili soluzioni per ridare slancio e crescita a tutta la filiera del turismo utilizzando i fondi europei a disposizione, per poter rinnovare la qualità dell’offerta italiana e costruire prodotti turistici competitivi. Una delle novità emerse è che anche le Regioni ormai si dirigono verso la governance delle proprie destinazioni turistiche ancor prima che dei prodotti tramite un approccio manageriale.

«Siamo sempre più convinti – conclude Battisti – che solo attraverso il legame tra turismo e territorio possiamo diventare un attrattore di flussi turistici e di risorse economiche. Gli ingredienti ci sono tutti, occorre solo miscelarli secondo una politica di interventi strutturali e di rafforzamento dello scenario di riferimento italiano, orientandolo verso un’autentica collaborazione di sistema».

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Andrea Lovelock
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