Direttiva pacchetti, testa a testa adv-alberghi

24 Aprile 16:57 2018 Stampa questo articolo

Scontro aperto tra albergatori e agenti di viaggi dopo le audizioni nelle Commissioni speciali di Camera e Senato delle varie categorie della filiera del turismo organizzato sulla direttiva pacchetti Ue.

Federalberghi rilancia il diritto degli hotel di ampliare la gamma di servizi da offrire alla clientela, inserendo amenity come benessere, skipass, accesso a parchi o alle terme, evitando pastoie burocratiche e soprattutto senza l’obbligo di avvalersi di intermediari. La stessa Federaberghi rileva la contraddizione sui casi di insolvenza o fallimento di chi vende il servizio: la direttiva impone agli operatori di stipulare una polizza assicurativa che garantisca il rimborso al cliente, ma non c’è alcuna ragione, secondo la federazione, per costringere gli albergatori a stipulare la polizza nei casi in cui il cliente non abbia pagato in anticipo, cosa che oggi avviene nella gran parte dei casi.

Diversa la posizione degli adv che – in un documento congiunto di Fiavet, Assoviaggi e Federturismo Travel depositato nelle Commissioni speciali – ribadiscono la necessità di regole chiare su ruoli e responsabilità dei diversi soggetti della filiera, con particolare attenzione agli intermediari.

Tra gli emendamenti proposti dalle tre sigle, c’è l’inserimento nella legge escursioni e visite guidate, in genere di durata inferiore alle 24 ore, con particolare riferimento alle gite scolastiche. E ancora: il diritto degli organizzatori di un pacchetto, oggetto di recesso del viaggiatore (per circostanze eccezionali e inevitabili), di rivendicare i costi sostenuti per i servizi. In questo caso, infatti, l’organizzatore da una parte è soggetto al rimborso del pacchetto e dall’altra subirebbe un’ingiustificata perdita per aver già pagato in anticipo i servizi ai fornitori.

Le associazioni di categoria hanno anche ricordato, nel corso dell’audizione, che la giurisprudenza ha qualificato il contratto di organizzazione di viaggio (pacchetto) come appalto di servizi. Per questo motivo i contratti con i fornitori devono subire le sorti del contratto principale di organizzazione.

Sul rischio che il testo della direttiva Ue crei ulteriore confusione nel settore, interviene Fto con il direttore Gabriele Milani: «C’è forte preoccupazione su ciò che può succedere. Nel percorso veloce del testo, potrebbe cambiare tutto, sfuggendo al controllo».

Nel frattempo, Fto ha già avviato la formazione sul testo preliminare: «Un testo che potrebbe essere stravolto, correndo il rischio di dover modificare i contratti di viaggio, senza che ci sia un’adeguata conoscenza e preparazione da parte degli adv». Anche per questo Milani chiede che «vengano mantenuti i ruoli di chi fa organizzazione, chi fa intermediazione, chi fa ospitalità. Senza eccessivi margini di interpretazioni».

Altrettanto chiara la posizione di Fulvio Avataneo, presidente Aiav: «Concordo sul pericolo nell’interpretazione della direttiva. Mentre sullo scontro di interessi tra hôtellerie e adv, dico solo che la lobby degli albergatori in Italia è molto forte e in questa legge vede un’occasione per fornire nuovi servizi ai clienti . Sono anche certo che molti albergatori siano già strutturati per poterli offrire». Infine una stocccata al Mibact: «Il ministero non è stato capace finora di prendere una posizione precisa. Le associazioni hanno presentato tutte le istanze possibili e a nessuna è stata fornita un’adeguata risposta. Il rischio è che, alla fine, dovrà essere un giudice a fare chiarezza».

L'Autore

Andrea Lovelock
Andrea Lovelock

Guarda altri articoli