Alitalia-Fs e il rebus dei partner
Con l’inizio del nuovo anno si infittiscono le scadenze nella vicenda della vendita Alitalia. In questi giorni, infatti, si è chiusa la confirmatory due diligence di Fs (la scadenza ufficiale era il 31 dicembre scorso) e per metà mese è previsto il confronto con i sindacati per la roadmap che il governo intende rendere ufficiale per portare a termine positivamente l’operazione con il Gruppo guidato da Gianfranco Battisti.
E sempre in questi giorni dovrebbe chiarirsi anche la posizione di Lufthansa, dopo che easyjet e Delta hanno palesato le loro strategie. Per il vettore inglese, infatti, è stato confermato un interesse per il corto e medio raggio, mentre per la linea aerea nordamericana ci sarebbe una manifesta e specifica attenzione per le sinergie operative relative al feederaggio sul segmento long haul. Resta, dunque, ancora in piedi l’incognita Lufthansa, che dovrebbe chiarire una volta per tutte se esiste ancora o no un interessamento per la compagnia aerea italiana.
TEMPO DI BILANCI. Ma la chiusura dell’anno, per Alitalia, significa anche consuntivo contabile con una previsione di perdite stimate intorno ai 500 milioni di euro eduna cura dimagrante nei costi che era stata approntata nella relazione finanziaria redatta dai commissari subito dopo l’uscita di scena di Luigi Gubitosi, passato a Tim, e che rimane una valida linea-guida per l’immediato futuro.
In particolare, nel documento contabile è presente una specifica strategia distributiva finalizzata a ottimizzare le vendite dirette alle aziende (segmento corporate) e alle agenzie di viaggi (segmento leisure) e la successiva personalizzazione del prodotto Alitalia su tutti i canali di vendita online.
E sempre dal recente documento contabile, emerge un ulteriore ridimensionamento della liquidità in cassa, scesa a fine settembre a 628 milioni di euro (secondo quanto risulta a Milano Finanza) rispetto ai 770 milioni previsti da una stima iniziale dei tre commissari.
Una nota positiva per la compagnia è la proroga al 30 giugno 2019 ottenuta per la restituzione del prestito-ponte, su cui comunque grava ancora il giudizio dell’Unione europea, in quanto da più Paesi membri è stato sollevato il sospetto di un aiuto di Stato camuffato.