Aidit, Pellegrino: «Più formazione per le adv sull’offerta alberghiera»
Il mercato delle agenzie di viaggi si consolida come canale di vendita imprescindibile per l’hôtellerie italiana. È quanto emerso dal convegno Catene alberghiere made in Italy: risultati e prospettive per il 2020 che si è tenuto nella giornata di martedì 12 febbraio in Bit a Milano e organizzato da Confindustria Alberghi.
Evento in cui è intervenuto anche il presidente di Aidit, Domenico Pellegrino, che ha illustrato alla platea alcuni dati (dell’Osservatorio Bluvacanze) su come avvengono le prenotazioni degli hotel da parte degli agenti di viaggi. Il canale di vendita maggiormente utilizzato sono le piattaforme professionali che rappresentano il 54% del mercato: il 13% avviene tramite i Gds e soltanto il 3% sui sistemi proprietari delle strutture.
«Il dato che ci fa riflettere, però, è un altro – analizza Pellegrino – Il 30% delle richieste viene prenotato direttamente contattando la reception dell’hotel. Ciò per un’evidente esigenza di customizzazione del servizio, con una relazione capace di rispondere alle reali esigenze e interessi del cliente. Ma è indubbio che in uno scenario così fluido e altamente tecnologico come quello attuale, il saper utilizzare al meglio gli strumenti a disposizione degli operatori professionali assume un ruolo sempre più rilevante. Per questo occorre essere aggiornati sulla tecnologia, ma anche crescere nella competenza sul prodotto alberghiero, in un piano di formazione qualificata e continua. Proprio per questo siamo pronti a lanciare un programma di aggiornamento professionale specifico, che vorremo iniziare già quest’anno».
«È sotto gli occhi di tutti, infatti, che è in atto un cambiamento del modello distributivo organizzato – conclude Pellegrino – Il mercato attuale, affollato da una moltitudine di player e imprese, ha allargato a dismisura l’offerta a disposizione del cliente che, in questo ambiente divenuto ormai così caotico, rischia di smarrirsi davanti a tutte queste possibilità. Alla tecnologia deve essere affiancata la consulenza umana, che diventa l’elemento fondamentale per generare valore aggiunto a un sistema d’offerta che rimarrebbe sempre più ostaggio di una distribuzione tecnologica, la quale finisce, spesso, per sintetizzare inevitabilmente nel solo prezzo più basso il fattore discriminante della scelta del consumatore».