Brexit rinviata ad Halloween:
boccata d’ossigeno nel travel

11 Aprile 11:32 2019 Stampa questo articolo

Alla vigilia della scadenza del 12 aprile, arriva un’altra proroga per Brexit, questa volta lunga oltre sei mesi. L’uscita del Regno Unito dall’Unione europea è, infatti, rinviata al prossimo 31 ottobre, così come proposto dai 27 capi di Stato e di governo durante il summit di Bruxelles, e accettato dalla premier britannica Theresa May che inizialmente aveva chiesto un rinvio fino al 30 giugno.

Si tratta di posticipo che scongiura ancora una volta il no deal – che tra l’altro potrebbe portare a una svalutazione della sterlina con ripercussioni sull’incoming – e concede una boccata d’ossigeno per il settore turistico anche in vista dell’estate. «È una buona notizia: ora chi pianifica le sue vacanze o un viaggio di lavoro può organizzarsi con maggiore tranquillità visto che a breve termine non ci sarà alcuna modifica. Né per chi si reca in Gran Bretagna, né per chi parte dalla Gran Bretagna», ha detto Mark Tanzer, chief executive di Abta, l’associazione delle adv e dei t.o. britannici.

«Ci vuole buon senso», aveva dichiarato nei giorni scorsi Gabriele Milani, direttore nazionale di Fto, sottolineando l’importanza di «trovare un accordo definitivo con tempistiche adeguate e pianificando un’uscita dell’Uk dall’Ue non traumatica, con le agenzie di viaggi che devono avere l’opportunità di prepararsi al meglio per affrontare il cambiamento». 

Ma le intenzioni di Theresa May non sono di certo quelle di arrivare a fine ottobre: «Lavoreremo per trovare un’intesa nelle prime tre settimane di maggio, in modo tale da dare un senso al referendum, non partecipare alle elezioni europee e abbandonare l’Unione europea il 1° giugno».

LE CONSEGUENZE SUL TURISMO OUTGOING. A meno che di accordi specifici sulle singole tematiche, che si verifichi o meno l’hard Brexit, dal 1° novembre saranno diverse le situazioni da considerare in termini di outgoing: da quelle relative alle aziende di telefonia mobile, che non saranno più vincolate dalle norme sul roaming dell’Unione europea quando operano nel Regno Unito, fino ai cittadini dell’Ue in Uk, che non potranno più accedere all’assistenza sanitaria con la loro tessera europea di assicurazione malattia.

Sul fronte voli, invece, non cambia niente se si vola con una compagnia aerea dell’Unione europea: i diritti dei passeggeri saranno garantiti per i voli da un aeroporto del Regno Unito a uno Ue e viceversa. Per i collegamenti offerti da compagnie non Ue, poi, resteranno validi solo i diritti per le tratte da uno scalo comunitario verso l’Uk, ma non viceversa. Infine, quando (e se) la Gran Bretagna diventerà un Paese terzo a tutti gli effetti, secondo il regime 74 Ter, in adv se il saldo del corrispettivo o la data di partenza del viaggio è avvenuto prima si dovrebbe scorporare l’Iva dal margine realizzato; mentre successivamente le prestazioni saranno considerate extra Ue.

Infine, in merito ai visti e ai controlli, per i cittadini europei intenzionati ad attraversare la Manica l’uso della sola carta d’identità sarà garantito fino al 21 dicembre 2020, poi scatterà l’obbligo di passaporto. Non saranno necessari visti d’ingresso per soggiorni inferiori ai tre mesi.

  Articolo "taggato" come:
  Categorie

L'Autore