Settemari, operazione “Influencer per caso”. In palio tre soggiorni
Contenuti video e fotografici sviluppati dai viaggiatori che, raccontando in prima persona la loro esperienza, avranno la possibilità di vederli pubblicati sui canali social del tour operator. È questa l’idea alla base di “influencer per caso”, l’iniziativa ad alto tasso social lanciata da Settemari.
Durante il soggiorno in uno dei Settemari Club, i clienti riceveranno informazioni in merito all’iniziativa e, dopo aver identificato che tipo di influencer essere, scegliendo tra le categorie Family, Fashion, Fitness, Food, Fun e Nature, nel corso della loro permanenza realizzeranno foto e video tematici. Una volta raccolto il materiale, il passo successivo sarà iscriversi al sito influencerpercasosettemari.it e caricare, in una sezione ad hoc, i video e le foto prescelti, personalizzabili con speciali cornici legate alle differenti tipologie di influencer per poterli condividere sui propri canali social, associandoli agli hashtag #influencerpercaso e #settemari.
«Ogni cliente presente in un Settemari Club diventa un potenziale reporter della propria vacanza, un ambasciatore dei nostri principi e valori, un tramite attraverso cui i nostri villaggi si raccontano al mondo attraverso le emozioni che il viaggio stesso trasmette. L’utilizzo di “Users Generated Contents” è preziosissimo poiché, da un lato, trasmette autenticità e, dall’altro, in operazioni come questa è estremamente gratificante per i clienti», afferma Chantal Bernini, marketing manager Settemari.
A rendere tutto più interessante è la possibilità di partecipare all’estrazione di tre soggiorni presso i Settemari Club Viva Azteca in Messico, il Twiga Beach in Kenya e il Settemari Prime Santo Stefano Resort in Sardegna.
«Siamo davvero molto soddisfatti di questa nuova iniziativa e di aver trovato ancora una volta il modo di influenzare positivamente potenziali clienti, gratificando quelli che già ci hanno scelto, testimonial in prima persona della bellissima vacanza firmata Settemari che stanno vivendo», conclude Chantal Bernini.