Atlantia nella newco Alitalia.
Piano entro settembre
Il quarto partner per il salvataggio di Alitalia sarà Atlantia. Come da più parti sostenuto, il Consiglio di amministrazione di Ferrovie dello Stato ha scelto dopo quasi sei ore di discussione la holding del Gruppo Benetton per completare il consorzio che di fatto dovrà dare vita alla nuova Alitalia.
Adesso, dopo la decisione presa dal Gruppo guidato da Gianfranco Battisti, il dossier dell’ex vettore di bandiera passa nelle mani del Mise e dei commissari straordinari della compagnia, mentre il lavoro tra Fs, Atlantia e gli altri partner proseguirà nelle prossime settimane per definire il piano e l’offerta finale, definitiva e vincolante, da presentare ai commissari entro la fine di settembre.
Sempre uguale l’ipotesi alla quale si sta lavorando: la newco Nuova Alitalia dovrebbe partire con 1 miliardo di euro di capitale, e un azionariato che prevede Fs al 35%, Delta al 10-15%, Mef al 15% e la società dei Benetton con circa il 15%.
Come si ricorderà, prima di arrivare sul tavolo di Fs, la proposta di interesse di Atlantia era arrivata insieme alle altre tre (Gruppo Toto, Claudio Lotito e German Efromovich, azionista di maggioranza di Avianca) nel tardo pomeriggio di domenica agli advisor di Mediobanca, che avevano poi proceduto a vagliare le garanzie finanziarie delle diverse opzioni in campo.
Da quanto si apprende, la holding controllata dalla famiglia Benetton è stata ritenuta più affidabile dal punto di vista industriale e con la miglior solidità finanziaria rispetto alle altre proposte, in particolare modo grazie al fatto che Atlantia non solo controlla Autostrade per l’Italia, ma anche Aeroporti di Roma, che gestisce lo scalo di Fiumicino, l’hub di Alitalia.
A questo punto, tra gli elementi su cui i nuovi partner dovranno trovare un accordo non ci sarà solo la governance della nuova società e la scelta del management, ma anche lo sviluppo del business della rinata Alitalia. Atlantia, ad esempio, riterrebbe che il piano industriale già predisposto da Fs e Delta sarebbe troppo sbilanciato a favore del vettore americano.
Con la conseguenza che, secondo il team guidato dall’amministratore delegato Giovanni Castellucci, dovrebbero venire aperti ulteriori rotte di lungo raggio (nel piano sono previsti voli a San Francisco e Shanghai, ma la chiusura di Santiago del Cile, Johannesburg e Delhi). Tutto per aumentare i ricavi non solo della futura compagnia, ma anche dell’hub di Fiumicino.