Web tax, l’Italia accelera: da gennaio aliquota al 3%
Sulla Web tax l’Italia procede per conto suo: in attesa di conoscere l’orientamento dell’Unione europea, il nostro Paese ha già inserito nella legge di bilancio 2019 l’applicazione di una tassa del 3% per quelle imprese che gestiscono piattaforme con fatturati di almeno 750 milioni di euro e ricavi di 5,5 milioni di euro derivanti dai servizi digitali erogati. Per lo Stato si tratterebbe di incamerare almeno 600 milioni di euro, secondo le stime effettuate dal governo Conte.
C’è ora solo da verificare se nella legge di bilancio 2019, l’esecutivo intenda inserire anche la proposta, già avanzata lo scorso anno, di fissare una aliquota per tutte le imprese che attraverso le loro piattaforme digitali effettuano più di 3.000 transazioni l’anno, indipendentemente dal fatturato e dagli utili generati.
Intanto l’Ocse ha avviato una consultazione tra gli stati membri sulla proposta di fissare un principio-base della possibilità di tassare entità che non abbiano sede fissa nei paesi dove producono utili, con un calcolo di aliquota da parametrizzare al mercato di riferimento. Una misura che, ad esempio, ricadrebbe in modo pesante sulla Ryanair e su quelle compagnie e operatori internazionali che svolgono attività e producono utili in paesi diversi dalla loro sede.