La Puglia vara le norme antiabusivismo nel settore ricettivo

16 Gennaio 15:19 2020 Stampa questo articolo

Dalla Regione Puglia arriva il primo passo concreto per contrastare l’abusivismo nel settore ricettivo. La giunta regionale ha, infatti, approvato il documento di attuazione alle procedure amministrative per l’istituzione e la gestione del Registro regionale delle strutture ricettive non alberghiere, previsto da una legge regionale del 2018.

L’Esecutivo ha, inoltre, stabilito l’obbligo di indicare e di pubblicare il Codice identificativo di struttura (Cis) per ogni singola unità ricettiva pubblicizzata, a decorrere dal 1° giugno 2020. Per gli inadempienti sono previste sanzioni pecuniarie da un minimo di 500 a un massimo di 3mila euro.

Plauso di Federalberghi Puglia che in una nota sottolinea come, “grazie a questo provvedimento emergeranno milioni di turisti fantasma non contemplati dalle statistiche ufficiali, gestiti nella maggior parte da Airbnb, il colosso americano dell’house sharing, più volte accusato di non rispettare le regole di mercato e aggirare sistematicamente gli obblighi fiscali. Secondo studi commissionati da Pugliapromozione per 1 turista censito ve ne sono 6 in nero”.

Si tratta del primo tangibile risultato a seguito dell’incisiva lotta che Federalberghi Puglia aveva avviato da tempo contro la piaga dell’abusivismo ricettivo: «La nostra associazione può festeggiare oggi un successo cruciale  – commenta Francesco Caizzi, presidente della Federalberghi Puglia – Perché dopo la legge regionale del 2018 che recepiva le istanze della nostra federazione, per porre un argine al proliferare di questa piaga e garantire un sistema d’accoglienza rispettoso delle regole, la giunta ha finalmente deliberato il provvedimento attuativo del Codice identificativo di struttura (Cis). Dobbiamo, altresì, sottolineare con soddisfazione l’impegno profuso dall’assessore regionale al Turismo e dalla sua struttura tecnica di riferimento. La Puglia si è finalmente dotata di uno strumento che lo stesso sottosegretario al Turismo Lorenza Bonaccorsi ha annunciato di voler adottare anche a livello nazionale»
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«Il Codice identificativo di struttura dovrà essere indicato dai soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare e affitto breve, nonché quelli che gestiscono portali telematici, sugli strumenti utilizzati nella pubblicità, promozione e commercializzazione dell’offerta – spiega il leader degli albergatori pugliesi – Le funzioni di vigilanza, controllo e irrogazioni delle sanzioni amministrative saranno esercitate dai Comuni, ferma restando la competenza dell’autorità di pubblica sicurezza e dell’autorità sanitaria. L’obbligo del Cis va in vigore a partire dal 1 giugno 2020».

Gli albergatori pugliesi annotano come la piaga dell’abusivismo nel settore ricettivo della regione ha continuato a dilagare anche nel 2019: basti pensare che secondo la Guardia di finanza “una casa vacanza su due è affittata in maniera irregolare”.

La nota del Presidente di Federalberghi Puglia si conclude ricordando che: «da dicembre 2018 ad agosto 2019 in Puglia erano disponibili su Airbnb ben 40.481 alloggi e che in soli due anni, il numero degli alloggi offerti è aumentato dell’88%. Un sommerso turistico che ha immesso nel mercato più di 160mila camere producendo il fatturato maggioritario (50/60%) dell’intera economia turistica pugliese. Il caso Bari è emblematico: Airbnb ha immesso sul mercato oltre 6mila camere al di fuori di ogni regola che hanno prodotto nel solo mese di agosto 2019 oltre 11 milioni di fatturato senza corresponsione di apporti equivalenti in termini di contributo all’erario e di sostegno all’occupazione e al reddito».

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