Le agenzie fanno squadra: “Non smetteremo di viaggiare”
Sono quelli che, per anni, si sono sentiti dire che “su internet costa molto meno”. Quelli invidiati perché “fanno il lavoro più bello del mondo”, nonostante le norme cambino in continuazione, le polizze obbligatorie e i mille adempimenti. Quelli che organizzano sogni, dai viaggi della vita alle fughe per il weekend, che prima di alzare la saracinesca sono già preparati su cosa accade nel mondo meglio che la Cnn, quelli un po’ psicologi o un po’ avvocati, che senza battere ciglio riescono a pianificare 20 transfer perfino negli angoli più sperduti del mondo, che hanno attraversato l’influenza suina, il terrorismo, i vulcani islandesi e le primavere arabe eppure nonostante tutto, con il sorriso sulle labbra, continuano a far viaggiare milioni di italiani.
Perché sì, ne hanno passate tante gli agenti di viaggi. Ma questo coronavirus proprio non se l’aspettavano. E fa paura. E allora? Ci si organizza. Tutti insieme. Come non si era mai fatto prima. Si scende in piazza a prescindere dalle sigle sindacali, si monitora insieme e in tempo reale le comunicazioni della Farnesina, si crea un gruppo privato #nonsmetteremodiviaggiare in piena emergenza su Facebook dove scambiarsi consigli, informazioni, segnalare t.o. poco flessibili o controllare dal vivo cosa succede nei vari aeroporti del pianeta. Tutto questo mentre i telefoni squillano all’impazzata per annullamenti o riprotezioni, i clienti arrivano in preda al panico in agenzia oppure chiamano disperati con un unica richiesta: “fateci tornare a casa”.
La riscossa della adv parte da qui, dal semplice fatto che c’è qualcuno dall’altra parte del filo del telefono che risponde. Una voce amica, che si fa in quattro perché «devo far rientrare alcuni dei miei che sono bloccati in Messico», oppure perché la compagnia aerea ha staccato le linee o ancora perché attraverso il voucher non ti fa perdere la speranza che prima o poi quel viaggio tanto atteso finalmente arrivi. Tutto questo a costo zero. Spesso barricati dietro il bancone con la saracinesca chiusa per rispettare il decreto che vuole l’Italia un’unica zona rossa. Divisi, ma uniti in rete.
E così in bacheca c’è chi chiede «se c’è una penale per una crociera saltata», chi vuole delucidazioni sulle nuove misure previste per aiutare le adv in difficoltà, chi si innervosisce perché «alcuni clienti è meglio perderli che trovarli». E poi le difficoltà con i voucher, l’elenco dei t.o. affidabili e di chi invece sembra aver voltato le spalle, i voli confermati e annullati in tempo reale, e tutte le ansie, le domande e le preoccupazioni che in queste ultime due settimane hanno sconvolto il settore. C’è anche chi si offre di aiutare i colleghi che non possono raggiungere (e magari devono nonostante le restrizioni) la sede dell’agenzia, chi racconta della solidarietà di alcuni clienti, o delle piccole vittorie come quella di essere riusciti a prenotare una settimana ad agosto in villaggio per un’intera famiglia.
Ma è soprattutto il cuore che si sente tra le righe. Quello di chi ha scelto questo lavoro, lo fa con dedizione e amore, e che sente un nodo in gola quando deve chiudere le vetrine. Eppure il motto anche per loro è #iorestoacasa. Per tornare a viaggiare ancora di più dopo. Perché come si legge in uno dei tanti post bisogna “resistere, per ricominciare”.