Franco Gattinoni: «Riapro le agenzie, ma voglio certezze»
«Voglio essere ottimista e dare un messaggio di positività: sarà una ripresa lenta ma ci sarà. Certo è che il nostro settore è stato penalizzato oltremodo: ipotizziamo per quest’anno una perdita di fatturato che può andare dal 75 all’85%, e dopo vent’anni di utile il patrimonio nel 2020 sarà quasi a zero». Non usa mezze misure Franco Gattinoni quando delinea la situazione oggi, con il lockdown per ora alle spalle e una stagione da costruire. L’occasione è “E tu come stai?”, l’evento in streaming organizzato dal Gruppo Gattinoni che ha riunito virtualmente diversi manager ed esponenti del mondo eventi e formazione.
Probabilmente a inizio giugno si comincerà a tornare in sede «e dal 20 maggio apriamo le nostre agenzie, lo faremo soprattutto per dire che ci siamo, perché in realtà finché non ci verranno date certezze non sappiamo cosa possiamo vendere; pensiamo alla riapertura dei confini, che per noi è il 3 giugno ma per altri Paesi in Europa sarà il 15, o alla necessità di ripresa dei voli».
Per questo il manager è tornato a ribadire la necessità di interventi a livello istituzionale, ricordando gli incontri e le pressioni al Mibact e il manifesto del turismo italiano lanciato all’inizio di aprile.
«Nel frattempo ci stiamo attrezzando. Negli ultimi due anni abbiamo investito 5 milioni di euro in tecnologia su tutte le linee di business ed è uno stimolo per realizzare nuovi progetti, anche sul fronte eventi per esempio pensiamo di fare molto lavoro di crossing tra il business e il leisure per le aziende».
PAROLE D’ORDINE. Ma quali sono le parole d’ordine di aziende e professionisti oggi, agli albori della Fase 2, per appropriarsi di questa nuova normalità? Eugenio Tavolaro, coo & cgo di Kantar Italia, evidenzia alcuni risultati del barometro che ha analizzato le reazioni dei consumatori in una cinquantina di Paesi, Italia compresa.
Tra le tendenze emerse c’è la paura per l’economia, che ci rende più accorti nella gestione delle finanze ma anche più esigenti nei confronti dei brand, e l’abitudine ai consumi essenziali. Siamo diventati più selettivi ma anche più aperti alla community. Quanto sono destinati a perdurare questi comportamenti? «Dipende da come si sono sedimentati, dalla qualità della nostra esperienza nei confronti dei marchi», spiega il manager. Così come non è dato sapere se e quanto i modelli di business cambieranno davvero in quella che ormai ci stiamo abituando a chiamare nuova normalità.
Ma dalle parole dei manager che si sono avvicendati nell’evento ci sono alcuni concetti ricorrenti: la capacità di essere più agili nelle decisioni, l’investimento nella comunicazione interna, e, come ricordato da Cristina Redini, regista e direttore creativo, e Daniele Parazzoli, ceo Event Management, ripartire dalle professionalità e rimettersi in gioco.
La formazione è stata grande protagonista, ma la soluzione non sarà il solo online: «Molte aziende hanno capito che virtuale non significa necessariamente il contrario di reale», spiega Sergio Borra, ceo Dale Carnegie Italia, tuttavia la chiave sarà integrare incontri off e online in maniera bilanciata modulando i contenuti.
Focalizzarsi sarà un’altra parola chiave: «Scegliere l’essenziale e seguirlo in profondità», spiega Marco Vasario, direttore Generale L’Oréal Divisione Prodotti Professionali Italia. Tutto starà a capire cosa significa l’essenziale: «Per me stare bene significa poter evadere, viaggiando ma anche tornando a vivere la fisicità», spiega Franco Gattinoni.
Il suo primo desiderio con la nuova normalità? Riprendere la barca e fare in tuffo in mare. Intanto si scaldano i motori. E a raccontare l’estate italiana ci vuole pensare Maurizio di Maggio, storica voce di Radio Monte Carlo: «Cosa farò ora che il lockdown è finito? Voglia viaggiare in Italia, una sorta di Gran Tour odierno, per vedere com’è il turismo regione per regione e raccontarlo poi in radio».