easyJet verso il taglio di 4.500 dipendenti
Dal 15 giugno easyJet riprenderà a volare in Italia (9 gli aeroporti serviti), ma a livello europeo la compagnia ha in programma di tagliare 4.500 posti di lavoro, pari al 30% dei suoi addetti.
La decisione, come riporta Bloomberg, deriva al fatto che il vettore prevede che a fine 2021 la propria flotta avrà circa 302 aerei, ovvero 51 in meno rispetto a quanto previsto per la fine del 2021 e comunicato al mercato prima del Covid-19. La riduzione delle dimensioni della flotta sarà ottenuta attraverso le misure già annunciate, tra le quali il differimento delle consegne di nuovi aerei e la riconsegna di quelli in leasing.
«Nei prossimi giorni avvieremo le consultazioni con i rappresentanti sindacali. Ci rendiamo conto che questi sono tempi molto difficili e che dobbiamo prendere in considerazione decisioni altrettanto difficili che avranno un impatto sul nostro personale, ma vogliamo proteggere quanti più posti di lavoro possibile sul lungo termine», ha affermato Johan Lundgren, ceo del vettore britannico.
Intanto, in un’intervista al Corriere della Sera, il manager si è anche soffermato sulla situazione del mercato tricolore. a cominciare dai tre miliardi connessi dal governo ad Alitalia, una decisione che a Lundgren non piace, preoccupato che “il supporto ad Alitalia si trasformi in favoritismo a danno degli altri vettori”. Per questo, “chiediamo anche altri interventi per aiutare non singole compagnie, ma tutto il settore del trasporto aereo”, riducendo la tassazione aeroportuale o creando un fondo per gli aeroporti per incentivare le compagnie aeree a volare in Italia.
Altro tema caldo, il distanziamento a bordo previsto dall’esecutivo italiano, più stringente rispetto alle norme europee. Se verrà mantenuto anche dopo il 15 giugno, ha concluso Lundgren, “«vorrà dire che non voleremo da voi».