Animatori turistici, Fiast: “Vogliamo sostegno e regole chiare”
Tanta confusione nelle regole per l’attività professionale degli animatori turistici: la denuncia parte dalla Fiast Confesercenti, che definisce insostenibile la situazione per le aziende del mondo dell’animazione turistica e territoriale.
Il tutto, in modo particolare per la mancanza di linee guida certe, specialmente per il ramo turistico, nonostante le strutture ospitanti abbiano già riaperto e diverse aziende si siano letteralmente avventurate nella realizzazione di servizi, rischiando comunque vista la poca chiarezza delle regole generali.
Salvatore Belcaro, presidente Fiast, ricorda: «Stiamo parlando di un settore che su tutto il territorio italiano coinvolge circa 600 imprese per il ramo turistico e circa 900 per quello territoriale, di cui il 75% formato da micro e piccole imprese e il 20% da medie imprese. Nel turistico si toccano punte massime di occupazioni di circa 50mila animatori nel periodo di alta stagione e di 10mila nel territoriale. Il fatturato medio dell’intero settore di animazione turistica e territoriale è valutato intorno ai 150 milioni di euro».
Sono numeri che non possono passare inosservati, aggiunge Belcaro, «poiché collegati a una vasta platea di piccoli imprenditori che, in questo momento di difficoltà, non sanno come sostenere le spese fisse, con i flussi di cassa ridotti a zero e una frequente impossibilità di accesso al credito dovuta alle garanzie che, comunque, le banche continuano a richiedere, senza contare che indebitarsi ulteriormente non rappresenta la vera soluzione se non ci sono prospettive di ripartenza a breve termine».
«Ad oggi non abbiamo ricevuto una singola direttiva o un sostegno specifico per il nostro settore – prosegue il presidente Fiast – E riteniamo inutile continuare a dire che si può ripartire quando le regole, almeno per settori simili, risultano talmente restrittive da non permetterne una reale ripartenza».