Clia e le crociere Covid free:
“Ripartire il prima possibile”

Clia e le crociere Covid free: <br>“Ripartire il prima possibile”
08 Gennaio 07:00 2021 Stampa questo articolo

Le navi da crociera in Italia sono ancora ferme. Con l’ultimo decreto legge emanato dal governo – che impone limitazioni agli spostamenti tra regioni e nuove misure in vigore fino al 15 gennaio – Clia prende atto dell’estensione delle restrizioni in essere oltre la data inizialmente prevista del 6 gennaio.

In vista comunque di una ripresa delle operazioni, l’associazione internazionale delle compagnie di crociera ricorda come oggi il settore crocieristico costituisca un unicum, visto il rigoroso protocollo sanitario adottato fin dalla ripartenza avvenuta ad agosto 2020.

Clia spiega che il protocollo – che ha previsto come prima misura il test con tampone obbligatorio per tutti pre imbarco – ha consentito la creazione di una cosiddetta “bolla” che ha fatto viaggiare in modo sicuro e responsabile oltre 60.000 crocieristi, salvaguardando anche le comunità locali; e senza rappresentare alcun peso, né economico né organizzativo, per le strutture sanitarie a terra.

Oggi l’associazione si fa portavoce delle comunità, dei territori e dei porti che hanno potuto beneficiare del turismo crocieristico fino alla pausa natalizia, auspicando che il settore si rimetta in moto il prima possibile.

Gli stessi auspici sono condivisi dagli equipaggi delle navi, tra cui molte migliaia di marittimi italiani, tornati a bordo tra Natale e Capodanno per osservare il periodo di quarantena necessario a riprendere a navigare, come originariamente previsto subito dopo l’Epifania, insieme alle compagnie di crociera che hanno sostenuto investimenti notevoli per armare le navi e tenerle pronte alla ripartenza.

Anche il protocollo adottato in Italia dalle navi da crociera ha richiesto ingenti investimenti da parte delle compagnie, sia per la messa a punto sia per la sua implementazione a bordo e a terra. Oltre al fatto che si tratta di un caso unico al mondo, nel settore crocieristico come in quello del turismo e dell’ospitalità in generale. Tra le misure che include, vi sono lo screening sanitario universale degli ospiti e dei membri dell’equipaggio prima dell’imbarco con i tamponi Covid-19 (antigene e Pcr se necessario, anche durante la crociera) oltre al controllo della temperatura, la compilazione di un questionario sanitario, le procedure di igienizzazione e pulizia degli ambienti con l’utilizzo di prodotti disinfettanti di tipo ospedaliero, il potenziamento dei servizi medici a bordo, un piano di emergenza in stretta collaborazione con le autorità di terra competenti nell’eventualità anche solo di un caso sospetto a bordo, tecnologia di ultima generazione per il contact tracing di tutte le persone a bordo delle navi.

Clia sottolinea anche che la ripartenza a brevissimo termine è possibile anche perché “i crocieristi sono in grado di raggiungere in modo sicuro i porti di imbarco anche provenendo da regioni diverse da quelle del porto di imbarco, utilizzando sia mezzi propri sia i trasporti organizzati dalla compagnia, anch’essi quindi sottoposti alle misure di sicurezza previste dal protocollo”.

Infine l’associazione ribadisce come l’industria crocieristica costituisca “un volano virtuoso, che solo in Italia genera ogni anno un fatturato di 14 miliardi di euro, assicurando circa 120mila posti di lavoro (tra diretti e indiretti) e stipendi per 3,9 miliardi di euro”.

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