Verso il decreto Ristori 5:
Cig prolungata e nuovi aiuti
Dopo la risicata fiducia delle Camere, il governo Conte ha incassato il sì di tutti i partiti al nuovo scostamento di bilancio, che si preannuncia l’ultimo di questo esecutivo. Via libera, dunque, a 32 miliardi di euro di disavanzo aggiuntivo (1,8% del Pil), azione che precede il varo del decreto Ristori 5, la cui approvazione slitterebbe alla prossima settimana.
Ma quali misure conterrà il nuovo decreto? A sintetizzarne i contenuti il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, nel corso dell’audizione alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato.
«Si tratta di interventi a tempo», ma per tutto il tempo necessario, afferma il responsabile del Tesoro che preannuncia il prolungamento della Cig Covid con l’ipotesi di 26 ulteriori settimane, più di quanto anticipato dal ministro del Lavoro Nunzia Catalfo. «Occorre anche introdurre una selettività rispetto alle necessità in alcuni settori più colpiti», valutando anche se prolungare «ulteriormente il blocco dei licenziamenti e tornare alla normalità su settori meno impattati», dichiara Gualtieri, che accenna anche a un intervento sulla Naspi e al finanziamento di 1 miliardo e mezzo per la decontribuzione degli autonomi.
Cuore del provvedimento in arrivo è naturalmente il nuovo giro di ristori. A questo proposito, l’intenzione sarebbe quella di erogare aiuti a fondo perduto a tutte le categorie, professionisti inclusi, colpite direttamente o indirettamente dalle misure anti pandemia. Niente più codici Ateco come paletto, dunque, e addio alla base di calcolo fondata sulle sole perdite di aprile 2020 rispetto allo stesso mese del 2019. “Si guarda soprattutto al secondo semestre 2020 se non addirittura ai danni subiti in tutto l’anno – spiega Il Sole24Ore – Per il calo del giro di affari si starebbe prevedendo una soglia di ingresso ai ristori del 33%, con un’ipotesi di elevarla anche al 50% se i soldi non bastassero, mentre per le somme da erogare si guarderebbe per la prima volta alle spese fisse non coperte dagli aiuti già in vigore”.
In ballo ancora la promessa di cancellazione delle tasse che potrebbe fare leva su un fondo da 5,3 miliardi di euro contenuto nel decreto ristori di fine anno.