Torna il ministero del Turismo:
la svolta voluta da Draghi
Il turismo non sarà più la lettera finale di un acronimo come Mibact o Mipaaft. Nell’appena costituito governo Draghi sarà ripristinato quel ministero del Turismo di cui per troppo tempo il settore si è sentito orfano.
Un dicastero autonomo (a cose fatte dotato di portafoglio), che prima sarà preceduto dal coordinamento “iniziative per il turismo” che ne accompagnerà la nascita. Alla guida di questa struttura prima, del ministero poi, ci sarà Massimo Garavaglia, esponente leghista, già sottosegretario e viceministro all’Economia nel primo governo Conte.
Il ministero del Turismo e dello Spettacolo era stato istituito nel 1959 e poi abrogato con il referendum del 1993. Mentre nel 2001 una riforma aveva modificato il Titolo V della Costituzione attribuendo alle regioni autonome, alla stregua di quelle speciali, potere in fatto di turismo e rendendo così strategico l’istituto della Conferenza Stato-Regioni. Da allora, dagli Anni Novanta, nessuno aveva rivestito tale carica, fatta eccezione per l’esperienza senza portafoglio di Michela Vittoria Brambilla nel quarto governo Berlusconi (maggio 2009-novembre 2011).
L’attuale scorporo dell’industria turistica dal Mibact – al di là degli schieramenti politici e dei giudizi di merito sul nuovo ministro – è un passaggio cruciale per restituire al settore autonomia e dignità. Elementi rivendicati a gran voce dalle associazioni in questi mesi di pandemia e di faticose interlocuzioni.
Ora, ristori a parte, la sfida è un’altra: scrivere il futuro, anche attraverso l’utilizzo il più coscienzioso possibile del Recovery Plan.
A Dario Franceschini, rappresentante uscente del settore, resterà la carica a lui più cara: quella di ministro della Cultura (Mibac). Con buona pace di tutti. Tra gli altri ministri appena nominati, Enrico Giovannini alle Infrastrutture e Trasporti e Luigi Di Maio nuovamente agli Esteri.
LE REAZIONI. Tra le prime reazioni del travel, quella di Astoi Confindustria Viaggi: “Salutiamo con grande soddisfazione la prossima creazione di un ministero con portafoglio dedicato esclusivamente al turismo – commenta a mezzo social la sigla dei t.o. – È il frutto di tante battaglie fatte dalla nostra e da altre associazioni che hanno ripetutamente chiesto un ministero dedicato. Finalmente si restituisce al turismo la dignità e l’importanza che merita”.
Resta, però, l’incognita timing: “I tempi per il passaggio di consegne ci preoccupano molto – chiude l’associazione guidata da Pier Ezhaya – perché la grave crisi del settore richiede soluzioni urgenti e non può attendere”.
Congratulazione al neo ministro anche da Fiavet Confcommercio, per bocca del suo presidente Ivana Jelinic, già molto vicina al predecessore di Garavaglia, il collega di partito Gian Marco Centinaio. “L’attenzione del premier Mario Draghi al nostro settore – dichiara – è tale da dedicare, finalmente, al turismo un ministero specifico. Un ministero atteso da anni dal comparto e che giunge nel momento più difficile della storia del turismo italiano”.
“Siamo certi – prosegue l’associazione – che agenzie di viaggi e operatori turistici avvieranno presto un fattivo dialogo e una collaborazione in vista di una rinascita completa di un settore basilare per il nostro Paese, che occupa il 13% del Pil e impegna il 15% della forza lavoro. Non era più possibile non dedicare un ministero a un comparto che, come attestano i dati di Confcommercio, contribuisce per 44 miliardi alla bilancia commerciale italiana e registra un valore della produzione di 190 miliardi”.
Sempre da casa Confcommercio, arriva il commento di Luca Patanè, presidente di Confturismo e vicepresidente Fto: “Un ministro del Turismo con competenze perfettamente ritagliate nel quadro previsto dalla Costituzione e con portafoglio. Ci voleva il professor Draghi per risolvere con determinazione e lucidità una questione sulla quale ci si arrovellava da decine di anni senza trovare mai la soluzione. Se il buongiorno si vede dal mattino, si apre una grande stagione per il turismo, stremato dalla crisi in corso, almeno sotto il profilo istituzionale”.
Proprio Patanè, nelle scorse ore, aveva ribadito con forza la necessità di istituire un ministero ad hoc per il settore turistico.