I parchi permanenti chiedono a Garavaglia la qualifica di attività turistica
Proseguono gli incontri ravvicinati del ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, con i soggetti della filiera turistica: nelle ultime ore è stata la volta dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani, rappresentata dal presidente Giuseppe Ira e dal segretario nazionale Maurizio Crisanti, per valutare la richiesta di integrare le imprese del comparto nel novero degli operatori turistici.
Il colloquio, riservato esclusivamente ai parchi, è stato promosso dall’assessore alle Infrastrutture, Trasporti e Mobilità Sostenibile della Regione Lombardia, Claudia Maria Terzi, e costituisce una nuova concreta prospettiva per il settore, dopo un lungo e complesso lavoro di sensibilizzazione nei confronti delle istituzioni.
Il valore di questa realtà è reso evidente dai numeri: nel 2019, ormai anno di riferimento pre Covid, il settore aveva giocato un ruolo essenziale nell’offerta turistica del Paese, registrando 20 milioni di visitatori italiani, 1,5 milioni di visitatori stranieri e 1,1 milioni di pernottamenti in hotel.
In seguito al cambio di governo e alla pandemia, il progetto ha subito una battuta d’arresto. Non solo, ancora oggi i parchi divertimento sono qualificati come attività di spettacolo da una legge del 1968, “e da questo dipende la sistematica inadeguatezza degli interventi a sostegno della categoria”, si legge nella nota dell’associazione.
Soddisfazione, dunque, per questo incontro espressa da Giuseppe Ira: «È un significativo cambio di passo rispetto al precedente governo. Il nostro è un comparto capital intensive, caratterizzato da costanti investimenti per mantenere l’offerta all’altezza delle aspettative del pubblico. Il passaggio al turismo ci permetterebbe di dare la giusta collocazione alle aziende del settore e di accedere a un sistema di sostegno più adeguato, in grado di fronteggiare la crisi di liquidità che oggi coinvolge molte imprese».