Travel risk, al via il tavolo per definire uno standard internazionale

Travel risk, al via il tavolo per definire uno standard internazionale
09 Aprile 13:14 2021 Stampa questo articolo

Il passaporto vaccinale va bene, ma non basta: alla vigilia della ripartenza turistica l’Anra, Associazione Nazionale dei Risk Manager, avverte che occorre uno standard condiviso per affrontare il concetto ancora poco percepito in Italia del Travel risk. Ecco perché ha preso avvio un tavolo di lavoro internazionale per la definizione di uno standard internazionale univoco sui rischi di viaggio: l’ISO31030 (Travel Risk Management), che vede un totale di 165 Paesi coinvolti, tra i quali l’Italia.

L’associazione che rappresenta i  responsabili assicurazioni aziendali,  evidenzia infatti come le aziende siano ancora troppo poco consapevoli dei potenziali impatti dei rischi di viaggio e, di conseguenza, si trovino impreparate di fronte ad essi, prive di strumenti che possano tutelare sia il dipendente all’estero, sia il datore di lavoro in patria, specialmente dal punto di vista giuridico.

«In quest’ultimo anno dominato dalla diffusione del Covid-19, di fronte al rischio di contagio – spiega Alessandro De Felice, presidente Anra –  le aziende si sono fortemente impegnate nel ricercare ed implementare protocolli di sicurezza, attraverso il sistema dei tamponi, dei test sierologici e delle quarantene, tuttavia una fascia di rischio è sempre rimasta».

C’è ancora una lacuna a livello giurisprudenziale, come evidenzia Mark Lowe, risk analyst e socio Anra: «Attualmente, le imprese hanno l’obbligo di tutelare i propri dipendenti mentre sono all’estero, tuttavia ciò che manca davvero sono delle linee guida specifiche. Il datore di lavoro, responsabile penalmente in caso di incidenti, non ha indicazioni certe su come mitigare ed evitare problematiche o potenziali situazioni di rischio in primis per il dipendente oltre confine, ma anche per l’azienda ed il suo management. Allo stesso tempo, la mancanza di una regolamentazione specifica rappresenta un problema anche per la magistratura, chiamata ad esprimere il proprio giudizio in caso di incidenti. Mancano inoltre figure come quella del Security Officer, specializzato in questa tipologia di problematiche: inevitabilmente, questo espone le aziende a rischi che, ad esempio, compagnie più strutturate non presentano».

 

  Articolo "taggato" come:
  Categorie

L'Autore