“Green is the new black”: l’imperativo di Boscoscuro con Italia Doc
Una chiacchierata a Villa Borghese, polmone verde di Roma, per parlare di green e sostenibilità. «C’è il contesto e anche il mio cognome, quindi non poteva andare diversamente», scherza Edmondo Boscoscuro, ceo & founder di Meet&Greet Italy, che da qualche mese ha lanciato il brand Italia Doc, dedicato alla scoperta dell’Italia in treno solo per il mercato domestico. «La sostenibilità non si improvvisa, si studia, e deve essere insieme ambientale e sociale, oltre che pragmatica». Il tour operator propone nove pacchetti di tour guidati a zero emissioni, venduti solo tramite agenzie in esclusiva Welcome Travel Group, con accompagnatore h 24 e guide in loco per minimo 4 persone – dalla Riviera Ligure al Veneto fino alla Campania, passando per Puglia, Toscana, Umbria e Lazio – con soggiorni di 3-4 notti.
Com’è nata questa attenzione alla sostenibilità?
«Ha preso piede da 12-14 mesi, ma è frutto di una sensibilità che ho sempre avuto. La scelta del treno deriva dalla mia precedente esperienza con Ntv. E poi il treno è il mezzo più ecologico, e questo mi dà una visione privilegiata. Da marzo 2020 mi sono messo a studiare come applicare il concetto di sostenibilità al turismo e mi sono appassionato. Ho avviato questo percorso per cercare di comprendere un concetto molto complesso e dove c’è ancora tanta confusione. Sono partito dalle fondamenta e mi sono costruito uno schema di sostenibilità per la mia azienda. Questo mi ha consentito di ottenere due delle più importanti certificazioni – Gstc e Travel Life – e sono l’unico tour operator in Italia ad avere questi due attestati. Ho rivoluzionato l’azienda intorno a questo concetto».
Concretamente, come cambia l’azienda?
«Ho studiato il tema della compensazione e ho sviluppato un sistema che mi consente di calcolare le emissioni di tutti i miei tour e compensarle attraverso progetti di forestazione in Italia. I clienti arrivano dall’estero, producono Co2 in Italia ed è qui che la compensiamo rendendo più bello il nostro Paese. Il percorso è iniziato con tutto il gruppo Meet&Greet e adesso i prodotti del brand Italia Doc sono carbon free e abbiamo un’azienda che è 100% sostenibile. Non sarei mai entrato sul mercato italiano se non ci fosse stato il Covid, perché ero focalizzato sull’incoming. Ma nel momento in cui ho ritenuto giusto farlo, ho deciso che era a lungo termine. Credo che ci sia spazio per viaggi in treno, fatti in una determinata maniera. Ho rafforzato la parte commerciale, ci credo molto».
Una trasformazione che coinvolge anche fornitori e clienti…
«È importante che la sostenibilità sia non solo ambientale ma sociale. Come azienda, abbiamo un codice di condotta per quanto riguarda la politica degli acquisti, la gestione del personale (salario minimo, contratti in regola, tutela dell’ambiente). Essere sostenibili oggi è agire e influenzare. Cominceremo a distribuire a fornitori e clienti un codice di condotta e a creare standard per essere sostenibili ed ecosostenibili. Ci auguriamo di poter scegliere nel futuro solo fornitori sostenibili. È un percorso che dura 30 anni, non si cambia dall’oggi al domani. Quindi bisogna aiutare il settore a questa trasformazione».
Come funzionerà il processo di forestazione?
«Trees for Italy, che gestisce la forestazione, è una società che ho fondato per dare la possibilità a tutti gli operatori del turismo di diventare carbon neutral. Ci sono due tipi di forestazione in Italia: il mantenimento e la manutenzione di boschi esistenti e le nuove piantumazioni per neutralizzare il Co2. Abbiamo individuato dei progetti validi in nord, centro e sud Italia e sceglieremo da dove partire, fornendo nel contempo un certificato di avvenuta forestazione a clienti e agenti di viaggi, coinvolgendoli. Il mio sogno è riuscire ad avere questi progetti in ogni distretto turistico italiano, per coinvolgere gli operatori locali».
E i costi?
«Contrariamente a quanto si pensi, la sostenibilità abbatte i costi delle aziende. È pragmatica. Anche perché ha sempre più presa sul consumatore. Le nuove generazioni sono attente e predisposte al tema e all’estero – specie in Nord Europa, Germania e Australia – sono fortissimi su queste politiche. La sostenibilità è uno strumento di differenziazione commerciale e di generazione di profitto e vantaggio competitivo. Fra un po’ non lo sarà più, quando diventerà lo standard di tutti, e me lo auguro. Voglio aiutare gli altri a capire che cos’è. Nel frattempo mi inventerò anche qualcos’altro».
Da poco esistono i ministeri della Transizione ecologica e della Mobilità sostenibile.
«Green is the new black. È un tema sulla bocca di tutti, oggi molto seguito. Adesso riguarda chi è più sensibile, ma presto sarà un must have. Ci saranno regimi fiscali privilegiati, le aziende appetibili sul mercato saranno quelle sostenibili. Siamo all’inizio di questa rivoluzione. Il processo è partito e non si ferma più. Durerà parecchio tempo e richiederà tante energie. Bisogna adattarsi, altrimenti si resta tagliati fuori. Io mi considero in Italia un precursore, all’estero invece sono molto avanti. Grandi aziende, come le compagnie di crociera, lo stanno implementando. Ma deve diventare alla portata di tutti e riguardare il turismo di massa, non solo le nicchie slow travel».
A livello personale, la vita è diventata più green?
«Ho cominciato ad andare a lavoro in bicicletta, a essere attento nello spegnere le luci. È un aspetto che piano piano entra nei comportamenti quotidiani. Sono stato educato al rispetto dell’ambiente e cerco di portare questo atteggiamento anche nel fare business in maniera etica nel rispetto degli altri».
Tornando ai treni, come risponde il mercato al prodotto?
«Al momento c’è tanto interesse sul prodotto, abbiamo una formula flessibile di vendita che consente cancellazioni fino a una settimana prima, che si adattano anche all’attuale situazione di incertezza. Ascolto il mercato e gli agenti di viaggi. Il treno permette il distanziamento sociale, inoltre è un prodotto che riscuote interesse e può prendersi parecchio spazio. I treni sono efficienti, nei nostri tour viaggiamo fuori dagli orari di punta, in prima classe; sono veloci e si arriva ovunque. Alcuni, panoramici e su tratte a binario unico, sono invece ideali per il turismo slow.
Quali sono gli obiettivi del brand?
«Italia Doc oggi vuole consolidarsi sul mercato, introdurre il concetto del viaggio in treno, sviluppare un rapporto forte con gli agenti di viaggi. Poi penseremo ai programmi di lungo periodo. Vediamo intanto se l’intuizione sul prodotto funziona».
Avete scelto di lavorare in esclusiva con il network Welcome Travel Group, oggetto di recente fusione.
«La fusione Welcome-Geo è un consolidamento interessante sul mercato. È importante; spesso ci si lamenta di avere in Italia gruppi troppo piccoli. Dà slancio anche nei confronti dei tour operator. Ma non dimentichiamo che resta centrale la qualità dell’agente di viaggi in sé».
Giornalista professionista, redattore. Specialista nel settore viaggi ed economia del turismo e delle crociere dopo varie esperienze in redazioni nazionali tv, della carta stampata, del web e nelle relazioni istituzionali
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