Sostegni bis, così non va: «Mezzo miliardo per adv e t.o.»
Il rifinanziamento del fondo perduto (ora dedicato a tour operator, agenzie di viaggi, guide, accompagnatori, bus turistici e imprese turistico-ricettive) con un incremento di soli 150 milioni di euro per il 2021 è “decisamente irrisorio, considerato che la platea dei beneficiari stimata è di circa 80mila aziende”.
Dal team turismo organizzato, composto dalle associazioni Astoi, Fto, Fiavet, Aidit e Assoviaggi, arriva una sonora bocciatura al decreto Sostegno Bis, al vaglio delle Commissioni parlamentari. Una stroncatura che si accompagna alla richiesta di rifinanziare il fondo di almeno 500 milioni di euro da destinare in via esclusiva alla parziale copertura delle perdite registrate dalle adv e t.o. nel secondo semestre del 2020 e nei primi sei mesi del 2021.
“Le somme finora stanziate – scrivono le sigle in una nota congiunta – sono assolutamente inadeguate per ristorare migliaia di imprese, che mediamente hanno perso quasi il 90% del proprio fatturato”. Solo nei primi cinque mesi del 2021, infatti, il travel italiano ha perso oltre 5,5 miliardi di euro, che si sommano ai 12,5 miliardi andati in fumo lo scorso anno.
“Una perdita che”, a detta delle associazioni, “non è dovuta solo all’inevitabile calo della domanda durante la pandemia, ma a decreti e provvedimenti governativi che hanno di fatto tenuto chiusi interi settori, tra i quali il turismo”.
Ma se un governo blinda un comparto, “lo deve indennizzare”, affermano Astoi & Co., che sottolineano ciò che forse a tutti non è chiaro: “La ripartenza non è dietro l’angolo, visto che la maggior parte delle mete estere sono ancora interdette. Per essere chiari, agenzie di viaggi e tour operator, anche quando hanno riaperto, non hanno generato fatturato a causa della mancanza di prodotto da vendere”.
Tornando ai ristori, dito puntato anche contro il contributo a fondo perduto di cui all’articolo 1, dedicato alle imprese in generale: “Nel decreto Sostegni Bis ha ricalcato lo schema utilizzato in precedenza, consentendo l’accesso a chi abbia subito almeno il 30% delle perdite e ponendo il limite di 10 milioni di fatturato”, rinnovando, di fatto, “l’iniquità dell’indennizzo che non si concentra, come invece dovrebbe, sulle imprese che hanno subito perdite straordinariamente ingenti”.
Le associazioni del turismo organizzato sottolineano anche come, dall’inizio della pandemia ad oggi, “sono arrivate nelle casse delle imprese solo la metà delle risorse stanziate. Le imprese sono stremate e questi gravissimi ritardi mettono in ginocchio molte aziende e famiglie”.
Riguardo alle polemiche di primavera degli albergatori, scattate in concomitanza con i primi pacchetti Covid tested per le Canarie, le sigle di settore ora ribadiscono un ulteriore concetto: “Programmare l’estero non è una colpa. La catena di valore che genera questa programmazione include molte imprese e molti lavoratori: oltre a t.o. e agenzie (che sono aziende italiane, che occupano personale italiano e pagano le tasse in Italia) sono coinvolti ad esempio gli aeroporti e i vettori aerei, ovvero imprese che sono state anch’esse letteralmente devastate dal fermo dovuto alla pandemia”.
Astoi, Fto, Fiavet, Aidit e Assoviaggi ricordano come “gli operatori che programmano le mete di lungo raggio sono destinati a rimanere fermi ancora per molto tempo e quelli che saranno in grado di iniziare a lavorare sull’estate potranno proporre un’offerta molto limitata: oltre all’Italia, sostanzialmente Nord Europa, Grecia, Spagna e poco altro”. La richiesta è riaprire le frontiere anche dei Paesi extra Schengen, almeno attraverso corridoi turistici con destinazioni come Stati Uniti, Maldive, Egitto, Tunisia, Seychelles ed Emirati Arabi.