Traffico aereo in affanno a giugno: maglia nera per l’Asia
Anche nel giugno scorso il traffico aereo mondiale ha mostrato segni di lento ma costante miglioramento. Nel report mensile di Iata, infatti, viene evidenziato che la domanda totale di viaggi aerei (misurata in ricavi passeggeri chilometri o Rpk) è diminuita del 60,1% rispetto a giugno 2019, mese e anno di riferimento come periodo pre-Covid.
Si tratta di un piccolo miglioramento rispetto al calo del 62,9% registrato a maggio 2021 rispetto a maggio 2019, e la domanda di passeggeri internazionali, in particolare, è stata dell’80,9% inferiore a giugno 2019, un miglioramento rispetto al calo dell’85,4% registrato a maggio 2021 sempre rispetto a due anni fa. Ma perdura e preoccupa non poco, la crisi profonda nella regione Asia-Pacifico che non accenna ad arrestarsi senza inversioni di rotta.
Iata continua a sottolineare che, comunque, la domanda aerea in generale rimane significativamente al di sotto dei livelli pre-Covid a causa delle restrizioni ai viaggi internazionali. Nel dettaglio il report Iata segnala che la domanda interna totale (voli domestici) è diminuita del 22,4% rispetto ai livelli pre crisi (giugno 2019), con un leggero aumento rispetto al calo del 23,7% registrato a maggio 2021. La performance nei principali mercati domestici è stata mista, con la Russia che ha riportato una forte espansione mentre la Cina continua a segnare rosso profondo, tranne che sul proprio versante domestico, in lento ma costante ritorno a volumi significativi.
«Stiamo assistendo – commenta Willie Walsh, direttore generale Iata – a un movimento nella giusta direzione, in particolare in alcuni mercati nazionali chiave. Ma la situazione per i viaggi internazionali non è affatto vicina a quella in cui auspicavamo che fosse. Giugno avrebbe dovuto essere l’inizio dell’alta stagione, ma le compagnie aeree trasportavano solo il 20% dei livelli del 2019. Non è una ripresa, è una crisi continua causata dall’inazione del governo».
Nella consueta disamina per regioni nel mondo il traffico internazionale di giugno delle compagnie aeree dell’Asia-Pacifico è infatti diminuito del 94,6% rispetto a giugno 2019. La regione ha registrato i cali di traffico più marcati per l’undicesimo mese consecutivo. La capacità è scesa dell’86,7% e il load factor è sceso di 48,3 punti percentuali al 33,1%, il più basso tra le regioni. I vettori europei hanno invece visto il loro traffico internazionale di giugno diminuire del 77,4% rispetto a giugno 2019, un aumento rispetto al calo dell’85,5% di maggio rispetto allo stesso mese del 2019. Leggero miglioramento anche per le compagnie aeree del Medio Oriente che hanno registrato un calo della domanda del 79,4% a giugno rispetto a giugno 2019.
Nel Nord America, la domanda di giugno dei vettori nordamericani è diminuita del 69,6% rispetto al periodo del 2019, migliorando rispetto al calo del 74,2% di maggio rispetto a due anni fa.
Mentre le compagnie aeree latinoamericane hanno visto un calo del 69,4% del traffico di giugno rispetto allo stesso mese del 2019, migliorato rispetto al calo del 75,3% di maggio rispetto a maggio 2019.
In Africa il traffico delle compagnie aeree africane è diminuito del 68,2% a giugno rispetto allo stesso mese di due anni fa, un miglioramento rispetto al calo del 71,5% di maggio rispetto a maggio 2019. Significative le perfomance nei due mercati domestici di riferimento, come quello della Cina, dove la domanda in giugno è diminuita soltanto del -10% e negli Stati Uniti con un calo del -14% rispetto al calo del 25% di maggio.