Enoturismo alla ribalta: tutti i numeri del fenomeno italiano
«L’enoturismo rappresenta una componente importante dell’offerta turistica nazionale. Ed è in continua crescita. Secondo gli ultimi dati, la propensione dei viaggiatori a visitare più cantine è aumentata del 17%». Queste, le parole del ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, che ha partecipato alla quinta edizione della Conferenza mondiale del turismo enologico a Reguengos de Monsaraz, in Portogallo, organizzata dall’Unwto.
Il ministro era presente anche per prendere simbolicamente il testimone della manifestazione, in vista della prossima edizione che si terrà ad Alba, nel 2022. Presente alla conferenza, infatti, anche il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore al Turismo Vittoria Poggio, a cui è stato materialmente consegnato il simbolo del Conferenza, cioè un’ampolla.
«La circostanza che l’Italia ospiti la prossima conferenza mondiale metterà il Paese al centro dell’attenzione globale. Con una ricaduta positiva sia per l’ospitalità sia per l’intera filiera economica» ha aggiunto Garavaglia.
E in effetti tutti i dati ci dimostrano che è l’enoturismo sta vivendo un momento d’oro, sempre più in cima alle preferenze di viaggiatori italiani e non.
Ma il vino non basta. Secondo Roberta Garibaldi, consigliera di Garavaglia per il turismo enogastronomico, autore del Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano e presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, l’enoturismo, nonostante il momento di forte espansione, è chiamato a innovarsi e arricchirsi per soddisfare le nuove esigenze dei turisti.
La visita in cantina o nei vigneti può e deve diventare un’esperienza capace sempre più di abbinare alla passione per il vino, la possibilità di entrare in contatto con i luoghi e le persone, approfondendo il rapporto con il territorio, in un’ottica olistica di benessere e scoperta.
E sono i numeri a dirlo. I turisti italiani ritengono la visita alle cantine un’opportunità di arricchimento culturale (63%, cioè +6% rispetto al 2019), di entrare in contatto con l’identità, le tradizioni e la cultura del luogo che stanno visitando (59%, +7%).
Ecco quindi che la scelta non ricade solo sulle aziende più rinomate, ma si allarga includendo piccole realtà familiari – con il 57% degli italiani che vorrebbero visitarle, in incremento rispetto a due anni fa (+7%) – oppure le dimore storiche.
Risulta sempre più vincente il mix tra storia, terroir, arte e vino, che spinge a visitare più cantine nello stesso territorio.
Rispetto al 2019, cresce del 17% la propensione a recarsi in più aziende.Tra coloro che hanno svolto esperienze enoturistiche nei viaggi compiuti negli ultimi tre anni, il 64% ha visitato una o due cantine, il 26% dalle tre alle cinque, il 10% dalle sei in su.
Da non sottovalutare anche l’aspetto benessere. La bellezza dei luoghi dove si fa vino, e la dimensione salutare che il vino (ed il cibo) implicano, stanno assumendo sempre più importanza: al 58% dei turisti italiani piacerebbe trovare in cantine attività come corsi o workshop per rigenerarsi, riprogrammare le proprie abitudini e adottare uno stile di vita più sano; il 51% vorrebbe poter fruire di attività di benessere (massaggi, idromassaggi e Spa) nei vigneti. La ricerca del benessere si declina anche nel bisogno di evadere dalla routine e di trovare un momento di pausa e relax: il 56% vorrebbe esperienze in cantina fruibili dopo l’orario lavorativo, come wine bar e piccoli eventi.
Secondo i dati analizzati da Roberta Garibaldi, l’acquisto di vini (indicato dal 73% dei turisti), la degustazione (71%) e l’assaggio di piatti ricercati in abbinamento alle produzioni dell’azienda (67%) sono oggi le proposte più gradite per il futuro; ma anche fare degustazioni al tramonto, cenare nei vigneti, e conoscere in modo più approfondito i processi di produzione e la storia della cantina. L’offerta enoturistica dovrà guindi andare verso questa direzione.
Fra le attività che rispetto al 2019 hanno ricevuto un maggiore gradimento, ci sono i wine club (+12%), le proposte dedicate ai bambini (+10%), attività sportive ed artistiche nei vigneti (+10%).
Ancora una volta, quindi, emerge il desiderio di vivere e sperimentare la cantina attraverso modalità nuove e più coinvolgenti.